Il Prof. Gaetano Esposito ci parla delle piaghe da decubito e relativo management

Il Prof.Gaetano Esposito, Chirurgo Plastico ed Estetico, Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, Dirigente di Chirurgia Plastica dell’Ospedale ‘S.Eugenio’ di ROMA ci parla di piaghe da decubito e loro management

La piaga da decubito è una lesione cutanea, generalmente necrotica che generalmente riguarda non solo l’epidermide ed il derma ma anche gli strati più profondi: quelli sottocutanei, quelli muscolari ed addirittura l’osso.

Esse sono provocate da una prolungata compressione sui tessuti: quando viende superata la pressione capillare (40mmhg di mercurio) cui i vasi sanguigni sono sottoposti; per cui essi sono ostruiti e soggetti a coagulazione con conseguente necrosi dei tessuti.

Le lesioni da decubito ancorché costituiscano una patologia di tipo secondario condizionano seriamente l’evoluzione della patologia primaria spesso vanificando gli sforzi attuati per la sua risoluzione.

Le lesioni da decubito, che costituiscono in pratica un infarto cutaneo, possono essere anche molto gravi e dipendono in prevalenza da una cattiva assistenza domiciliare o ospedaliera: principalmente infatti esse sono ascribili a convizioni erronee ed ad uno scorretto utilizzo dei moderni ausili antidecubito che svolgono un’efficace azione preventiva.

Sempre in termini di prevenzione è fondamentale la postura del paziente a letto.

La lesione da decubito più frequente è quella a livello sacrale. Essa si realizza non in posizione supina (l’osso sacro, se si usa un normale materasso a molle, non esercita in questa posizione una pressione considerevole) ma nella posizione cosiddetta «eupnoica», cioè a paziente semiseduto a letto.

Nel paziente allettato che giace in posizione supina le zone più soggette a compressione sono l’occipite, le scapole, le apofisi spinose e i talloni.

La posizione seduta dovrebbe essere sempre consigliata quando il decubito sacrale si è ormai verificato. Invece purtroppo il destino inesorabile del paziente che si è procurato un decubito sacrale è spesso quello di essere posto, con un rimedio di gran lunga peggiore del male, in decubito laterale, posizione molto pericolosa se non correttamente assunta, perché si sviluppano così in breve tempo due nuovi decubiti trocanterici, moto più gravi e di trattamento sicuramente più complesso.

Il decubito prono, che se correttamente assunto rappresenta quello più sicuro, è in genere ignorato dalla maggior parte degli operatori sanitari:erroneamente si pensa che comprometta la funzione respiratoria. Il ricorso ad un materassino anti-decubito, meglio se del tipo ad aria o ad acqua, giova al paziente in quanto permette tempi di permanenza nella stessa posizione più lunghi.

Un altro aspetto importante è il mantenimento di buone condizioni igieniche per evitare che abbia lugo la macerazione dei tessuti a seguito di sudorazioni eccessive o ristagni di urina che provocano arrossamenti e disepitelizzazioni rendendo la cute più sensibile e più vulnerabile all’ischemia.

In commercio esistono delle sostanze a base di silicone da spruzzate sulle aree interessate dalla patologia da decubito: esse formano una pellicola protettiva sulla cute pur non avendo alcun effetto sull’ischemia tissutale.

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