Un esodo di massa su scala biblica a causa dei cambiamenti climatici

Dal Dottor Giovanni Ghirga riceviamo e pubblichiamo:

“L’umiliazione di tutta la società nel non riuscire a prevenire le tragedie del mare alle quali tutti stiamo assistendo, diventa esplosiva di fronte all’impegno della politica nazionale ed internazionale estremamente scarso nel cercare di fermare l’aumento della temperatura del pianeta.
I cambiamenti climatici, affrontati in modo insufficiente, porteranno ad “un esodo di massa di intere popolazioni su scala biblica. L’innalzamento dei livelli del mare, indotto dai cambiamenti climatici, rappresenta una minaccia diretta per milioni di persone in tutto il mondo”, ha recentemente affermato il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.
I relatori alla recente conferenza delle Nazioni Unite hanno gridato l’allarme sulla scomparsa delle coste, sulle nazioni in pericolo, sulle migrazioni forzate e sulla competizione per le risorse naturali. Inoltre, hanno avvertito la comunità internazionale che le tensioni si stanno aggravando man mano che le coste svaniscono, i territori si perdono, le risorse diventano scarse e masse di persone sono costrette a spostarsi.
Questo é stato affermato al primo dibattito del Consiglio di Sicurezza tenutosi sull’impatto dell’innalzamento del livello del mare sulla pace e sulla sicurezza internazionale.
Il mondo assisterà ad “un esodo di massa di intere popolazioni su scala biblica”, ha affermato il Segretario Generale Antonio Guterres, mentre dipingeva un ritratto allarmante dell’emergente crisi della sicurezza globale la quale viene fatta presagire dall’innalzamento del livello del mare.
Rilevando l’impatto del fenomeno sulle vite e sui mezzi di sussistenza nelle regioni e negli ecosistemi di tutto il mondo, dai Caraibi al Nord Africa e ai bacini fluviali che si trovano ai piedi dell’Himalaya, Guterres ha affermato che questa situazione porterà ad una concorrenza sempre più agguerrita per l’acqua dolce, la terra e altre risorse.
Nominando le numerose città del mondo che saranno colpite dall’innalzamento delle acque – dal Cairo a New York a Santiago – il Segretario ha invitato il Consiglio di Sicurezza a costruire la volontà politica necessaria per affrontare le devastanti sfide alla sicurezza derivanti dall’innalzamento del mare.
Facendo eco alle affermazioni del Segretario Generale, Csaba K?rösi (Ungheria), presidente dell’Assemblea Generale, ha sottolineato: “Non c’è bisogno che vi dica che centinaia di milioni di sfollati è un rischio per la sicurezza mondiale”. Le nuove questioni legali, provocate dall’innalzamento dei livelli del mare indotto dai cambiamenti climatici, sono al centro stesso dell’identità nazionale e statale. Ha anche sottolineato i problemi di sicurezza alimentare, osservando che gran parte dell’agricoltura globale è concentrata sulle pianure costiere e sulle isole basse. Inoltre, ha ricordato l’uragano Sandy nel 2012, il quale ha costretto la sede delle Nazioni Unite a New York a chiudere per tre giorni. L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha affrontato aspre critiche in seguito alla sua mancanza di preparazione.
A informare il Consiglio è stato anche Bogdan Aurescu, copresidente del gruppo di studio della Commissione di Diritto Internazionale sull’innalzamento del livello del mare in relazione al Diritto Internazionale e ministro degli affari esteri della Romania, il quale ha delineato i dilemmi legali causati dal cambiamento climatico e il conseguente innalzamento del livello del mare. Man mano che le coste arretrano ci sarà una maggiore competizione per le risorse naturali, migrazioni forzate e spostamento di popolazioni. Inoltre, ci sarà la perdita di territori in varie nazioni e ovvie minacce alla loro esistenza stessa: una situazione nuova per il diritto internazionale. Aurescu ha messo in evidenza la considerazione della Commissione di Diritto Internazionale sul tema “Innalzamento del livello del mare in relazione al diritto internazionale” nonché dichiarazioni collettive regionali e interregionali, come la “Dichiarazione sulla conservazione delle zone marittime di fronte al cambiamento climatico” del Forum delle isole del Pacifico – Innalzamento del livello del mare correlato”.
Preservare i limiti esterni delle zone marittime è fondamentale per la stabilità e la sicurezza giuridica, ha affermato, sottolineando che ciò significa che l’innalzamento del livello del mare non può essere invocato per terminare o ritirarsi da un trattato che ha stabilito un confine marittimo. Inoltre, per evitare possibili situazioni di apolidia de facto, ha suggerito varie misure tra cui la salvaguardia dei diritti fondamentali e dell’identità delle persone costrette a stabilirsi nel territorio di stati terzi. “La solidarietà globale è la chiave qui”, ha commentato”.

https://press.un.org/en/2023/sc15199.doc.htm