Pasquini diserta “Non è l’arena” e l’opposizione torna a chiedere le sue dimissioni

ALLUMIERE – Non si placa ad Allumiere la bufera sul Sindaco Antonio Pasquini sul caso “Concorsopoli”, con l’opposizione che torna a chiedere a gran voce le sue dimissioni soprattutto all’indomani della trasmissione “Non è l’arena”, condotta su La7 da Massimo Giletti, che nella puntata di ieri sera si è occupata proprio del concorso che sta scuotendo la Regione Lazio.

“Se le dimissioni di Pasquini fino ad ora erano state un invito in nome della trasparenza, dopo la puntata di ‘Non è l’arena’ sono diventate un atto doveroso dal quale Pasquini non può più esimersi – affermano in una nota congiunta i consiglieri Simone Ceccarelli (LeU), Giovanni Sgamma (Fi) e Roberto Taranta (M5S) – Per giorni Pasquini ha tuonato sugli organi di stampa difendendo la legittimità del concorso, gridando all’affronto contro l’immagine del paese e poi, nel momento in cui la trasmissione di Massimo Giletti manda in onda un servizio che, a livello di immagine, è devastante, il sindaco cosa fa? Diserta. Questo è inammissibile. Pasquini aveva il dovere assoluto di andare in trasmissione a difendere l’immagine di Allumiere e di tutti i suoi cittadini, e invece ha lasciato il comune di Allumiere alla mercè dello studio televisivo senza che ci fosse nessuno a controbattere. Che generale è un generale che nel momento della battaglia non si presenta e manda una giustificazione come uno scolaretto che non ha studiato? Oggi le dimissioni di Pasquini diventano ineludibili, e lui non può più sottrarsi al giudizio politico della storia, che lo boccia sonoramente. Come boccia pure le scelte che hanno portato alla sua candidatura, prima, e alla sua elezione, poi”.

“Lo stesso ineluttabile dovere – incalzano i tre consiglieri – è in capo ai consiglieri di maggioranza, il cui silenzio è assordante. È assordante il silenzio del Movimento Fontana Tonna, ormai ridotta a stampella del PD, è assordante quello di chi in passato scelse di passare all’opposizione sulla vicenda della centrale a carbone e oggi non parla. Assordante è il silenzio del Partito Democratico di Allumiere, che scelse la parte sbagliata nel 2017 e continua, diabolicamente, a perseverare nell’errore, assumendosi la stessa responsabilità politica del fallimento di Pasquini. Assordante è il silenzio dei rappresentanti regionali e nazionali del PD, che di fronte a questo disastro epocale non proferiscono parola. Allumiere non merita questo affronto. Allumiere merita un sindaco all’altezza di tale ruolo, che si occupi delle questioni del paese, delle questioni sociali, ambientali, di salute, e non un sindaco che, nel migliore dei casi, quando si tratta di difendere Allumiere non si fa trovare nemmeno al telefono”.

“Pasquini – concludono – abbia almeno il coraggio di lasciare alla nostra cittadinanza la possibilità di voltare questa pagina indecorosa e dotarsi di una nuova classe dirigente, una classe dirigente che sia in radicale discontinuità con questo modello politico, con chi lo ha diretto e con chi lo ha avallato e sostenuto. Questo è il momento della verità finalmente disvelata: da un lato c’è chi questo modo di fare politica lo ha sempre combattuto, dall’altro quelli che lo hanno scelto nonostante tutto e tutti e in questi anni non hanno mai fatto nulla per arginarlo. Questa è l’ultima occasione per scegliere la parte giusta, ma bisogna venire allo scoperto e metterci la faccia. Chi ha voce, parli adesso. O taccia per sempre”.

Rincara la dose il consigliere comunale di FdI, Alessio Sgriscia: “Dato il suo doppio ruolo, di Sindaco del Comune in cui si è svolto il concorso, e di collaboratore del Presidente del Consiglio Regionale, era logico che fosse chiamato a fare chiarezza. Rifiutandosi di partecipare alla trasmissione ‘Non è l’Arena’ sulla vicenda Concorsopoli, ha ignorato la legittima richiesta di trasparenza dell’opinione pubblica, ha mancato di rispetto al suo ruolo istituzionale di Sindaco e alla cittadinanza che rappresenta e amministra. Dopo essersi sottratto con motivazioni inconsistenti alle domande del giornalista della 7 che lo aveva intercettato in Comune, il sindaco di Allumiere ha volutamente rinunciato ad una prerogativa fondamentale dell’ incarico di primo cittadino, che prevede innanzitutto di rappresentare la propria cittadinanza e tutelarne l’immagine, soprattutto nelle circostanze critiche. Pertanto ritengo opportune e non differibili le sue dimissioni”.