Electrolux, da maggiore produttore di elettrodomestici al mondo ai tagli italiani

La storia di questa grande multinazionale inizia a Stoccolma nel 1910, la produzione iniziale si basava sulle aspirapolveri per poi aprirsi anche alle lampade a cherosene dopo l’unione con l’azienda Lux nel 1919. Il nome definitivo Electrolux è stato assunto nel 1957, molte aziende sono state assorbite nel corso del tempo ma in alcuni casi la produzione è continuata con il vecchio marco delle aziende acquisite, tra queste AEG, Castor, REX e Zanussi tra le varie. In Europa l’azienda ha 22 impianti produttivi ed è stata il primo produttore del continente fino al 2006, superata da Whirlpool, in Italia gli stabilimenti dell’azienda si trovano a Solaro, Pordenone, Porcia, Forlì e Susegana per un totale di 5.715 dipendenti circa.

Nonostante l’aumento del fatturato di circa 2 miliardi di euro dal 2001 al 2012 e le assunzioni aumentate in tutto il mondo a causa degli alti costi per le aziende straniere che hanno stabilimenti in Italia si parla di una notevole riduzione di personale e tagli di stipendi per l’anno 2014.
Il tavolo con i sindacati si è subito aperto ed è ancora in corso in un albergo a Roma, la proposta di Electrolux si basa su 32 milioni di euro di investimenti in 3 anni a fronte di 316 esuberi per evitare la chiusura dello stabilimento di Porcia.
L’azienda ha indicato come indispensabile il rifinanziamento per i contratti di solidarietà, la legge italiana prevede infatti dal 1984 che quelle aziende, che abbiano stipulato appositi contratti collettivi aziendali di lavoro con i sindacati aderenti alle confederazioni maggiormente rappresentative sul piano nazionale, possano ricorrere a tali tipologie contrattuali al fine di evitare il licenziamento degli operai in eccesso ed incentivare nuove assunzioni con una riduzione dell’orario lavorativo e della retribuzione.
L’azienda conferma infatti la volontà di ridurre di tre euro il costo su ora lavorata provando ad agire sulle leve fiscali e contributive, sarà importante il ruolo del governo per questo, e quindi senza impatto reale sui salari dei dipendenti.
Così come tante aziende italiane hanno fatto e continuano a fare anche l’Electrolux guarda all’estero e ai paesi con minore tassazione per spostare la propria filiera produttiva, in Italia la tassazione del lavoro è tra le più alte d’Europa, la maggior parte dei guadagni finisco in tasse, le aziende scappano e gli italiani hanno sempre meno dispobilità di denaro, sta al Governo agire seriamente, prima che sia troppo tardi