Tirrenia. Moscherini: “E’ l’occasione per rilanciare la proposta della società mista”

nave tirreniaCIVITAVECCHIA – Il Sindaco di Civitavecchia, Gianni Moscherini, interviene dopo l’interrogazione parlamentare sul futuro di Tirrenia presentata al Ministro dei Trasporti Matteoli. “Notoriamente il porto di Civitavecchia ha costituito gran parte della storia e della vita produttiva di Tirrenia, tanto è vero che da qui partirono anche le prime navi veloci che riducevano da otto ore a tre ore e mezzo i tempi di percorrenza per Olbia. L’epilogo dell’agonia di questa società, nella cui gestione se ne sono viste di tutti i colori, non poteva quindi che verificarsi a Civitavecchia. In primis il fatto anomalo sul quale bisognerebbe indagare è come possa aver governato per 28 anni continuativi l’immortale Franco Pecorini, a cui è toccato naturalmente anche il ruolo di becchino della società. Non c’è infatti una norma del primo Governo Prodi, in base alla quale gli amministratori delle aziende pubbliche non possono rimanere in carica per più di 8 anni? Quel che è avvenuto negli anni in cui anche i governi che si sono succeduti hanno voluto difendere questa gestione chiaramente fallimentare, solo perché consentita dai finanziamenti europei, vede il suo naturale epilogo negli avvoltoi di settore, che sono pronti a saltare sulla carcassa da divorare. Nulla di strano, per carità: anche questa è politica di mercato. Tuttavia, invece di discutere di dismettere la flotta pubblica vendendola ‘a spezzatino’ o in un’unica soluzione, si procedesse alla formazione di una società mista pubblico-privata, nella quale il pubblico sia rappresentato attraverso accordi interregionali”.
“Sarebbe forse questo – prosegue il Primo cittadino – il modo migliore per poter dare uno sprint importante alla ristrutturazione di tutti i servizi di navigazione, sia nazionali che di collegamento con le isole, verso la vera realizzazione di un sistema di autostrade marittime nel bacino del Mediterraneo. Condivido dunque le preoccupazioni dell’on. Pili, perché qualora l’epilogo di Tirrenia dovesse tradursi in una semplice operazione di separazione tra debiti (bad company) a carico della collettività e affidamento ai privati delle rotte economicamente interessanti (good company), si assisterebbe ancora una volta alla perdita di un’occasione importante per poter ristrutturare un settore strategico per l’economia e la logistica”.