“Squallido il silenzio della politica sulla perizia di Capitani”

centrale3CIVITAVECCHIA – “Una città che ha perduto la sua anima”. Così l’Unione Sindacale di Base commenta il silenzio che, ad eccezione dell’intervento di Rifondazione comunista, ha fatto da contorno alle inquietanti rivelazioni della perizia del Tribunale sulle morte di Sergio Capitani. Un silenzio “squallido” lo bolla l’Usb.
“Eppure – commentano dal sindacato – ci troviamo di fronte ad una relazione di grande importanza, che finalmente squarcia il velo di ipocrisia che in molti si affannano a stendere sul problema della sicurezza a Torrevaldaliga Nord. Quando a partire dall’analisi di un evento si afferma che l’impianto è viziato da gravi carenze progettuali, che vi sono condizioni di lavoro quasi impossibili, che la formazione dei lavoratori e le misure per la loro protezione sono carenti o inesistenti, che si manda la gente a lavorare senza valutazione dei rischi e senza adeguate procedure operative, quando, in poche parole, si rilevano tante e tali violazioni alle norme di legge in materia, allora vuol dire che il sistema della sicurezza Enel è in gran parte fasullo. Un sistema che dietro una facciata presentabile ha una realtà di gare al massimo ribasso, di imprese che scaricano sui lavoratori la loro debolezza, di operai che accettano di lavorare nonostante il pericolo perché precari, perché questo è meglio di niente, perché tanto nessuno ti tutela e comunque se provi a interessare il sindacato rischi addirittura di essere licenziato”.
Una situazione incresciosa di fronte alla quale l’Enel ovviamente tace. Ma gli altri? Come mai non intervengono? Si domanda l’Usb. “Moscherini, Cappellani e tanti altri politici che abbiamo sentito urlare parole di fuoco ad ogni morto, ora non hanno nulla da dire? E non hanno nulla da dire la Asl e gli altri enti ispettivi che solo pochi mesi fa avrebbero ‘passato al setaccio’ il sistema della sicurezza in centrale? E come mai tacciono le imprese? E i partiti, poi, perché rimangono in silenzio? L’idea che se ne trae è quella di una diffusa omertà, basata su interessi trasversali a gran parte dei soggetti istituzionali, politici e sociali di Civitavecchia. E che peraltro non riguarda solo la realtà produttiva delle centrali”.
L’ultima stoccata è per i sindacati. “Anche per essi si impone una scelta: o perpetrare un approccio di basso profilo, con cadute prossime al consociativismo come è accaduto con l’accordo per i Delegati Safety d’Area, o assumere pienamente il problema della sicurezza in centrale e avviare una mobilitazione che inizi a cambiare le cose. La Usb lavorerà per questa seconda prospettiva, sempre dalla parte dei lavoratori, per una riscossa che possa contribuire a scuotere un città annichilita dal bisogno e dalla sfiducia”.