“Siamo pronti allo sciopero generale”

convegno cgilCIVITAVECCHIA – “Ci sono le condizioni perché si vada presto ad una mobilitazione generale contro le politiche del Comune”. Ad annunciarlo, nel corso del convegno sui giovani e il lavoro svoltosi quest’oggi nella sala conferenze dell’Autorità portuale, alla presenza del segretario uscente della Cgil Guglielmo Epifani, è stato il segretario della Cgil CdLT di Civitavecchia Cesare Caiazza. Una dura disamina della situazione economica ed occupazionale quella da lui svolta nella relazione introduttiva in cui, ha sottolineato, non solo mancano scelte concertate per rilanciare l’economia del territorio ma, soprattutto, “manca una vera strategia di sviluppo” con scelte spesso controproducenti  per l’occupazione locale come, ad esempio, la privatizzazione dei servizi pubblici. Ragioni per cui, ha annunciato Caiazza, Cgil, Cisl e Uil sono pronte ad indire uno sciopero generale “per cambiare l’agenda politica di questa Amministrazione”, incapace al momento di offrire risposte concrete alla crisi che sta investendo la città e il suo comprensorio. Molti gli interventi che si sono succeduti, tra cui quello dell’Assessore regionale al lavoro Mariella Zezza, che sottolineato l’attenzione della Regione per Civitavecchia e il suo porto, e dell’Assessore provinciale al Bilancio Antonio Rosati, che ha individuato nelle infrastrutture e nella necessità di modificare il Patto di stabilità, liberando risorse che al momento la Provincia possiede ma non può spendere, la ricetta per rilanciare l’economia del territorio. Nel mezzo l’intervento del Presidente dell’Autorità portuale Fabio Ciani, che ha rivendicato una guida fuori dagli schemi partitici per lo scalo, nel solo interesse della città (“il porto non è né di destra né di sinistra”), e quello del Sindaco Moscherini, più volte fischiato dal pubblico con il quale non si è sottratto al battibecco  con battute pungenti e contestate; il primo cittadino ha difeso la privatizzazione delle Holding (“perché consentono di non licenziare nessun dipendente comunale”) e rilanciato la realizzazione di district park, banchine container, porticciolo turistico e infrastrutture, “con i soldi dei privati, perché gli enti pubblici è chiaro che non hanno più un euro da investire in queste opere”.
Infine l’atteso intervento di Epifani, che ha analizzato cause e conseguenze della crisi mondiale, figlia, ha sottolineato “di un liberismo senza freni e di speculazione economiche a cui non si è voluto imporre regole e limiti”. “A cosa serve consolarsi con il fatto che l’Italia ha tenuto i suoi conti pubblici più saldi rispetto ad altri paesi, se poi le misure messe in atto non solo non ci fanno uscire dalla crisi ma ci fanno arretrare rispetto agli altri paesi europei  che crescono con percentuali tre quattro volte superiori alle nostre?”. “Siamo fermi ad una crescita dell’1% mentre la Germania viaggia al 4 – ha evidenziato – e la crisi non è affatto passata come continua nonostante tutto a ripetere questo Governo. E la ragione è nelle priorità che questa maggioranza ha messo nella sua agenda politica. Gli scandali e la magagne interne al Governo hanno preso il primo posto nelle preoccupazioni del Parlamento ed in questo modo, con la gente che reclama risposte, uscire dalla crisi diventa sempre più difficile. Così come per il Governo non è una priorità investire nell’istruzione, nella formazione e nella ricerca, come accaduto in tutta Europa dove ogni paese, pur in tempi di crisi, ha aumentato le risorse su questi strategici settori; ma semmai preferisce dirottare miliardi di euro per opere inutili come il ponte sullo Stretto o il nucleare”. “E’ evidente – ha concluso Epifani – che in questo modo il problema non è più soltanto la situazione economica difficile che stanno vivendo ora i cittadini italiani, ma il Paese senza tutele e sbocchi lavorativi che si ritroveranno tra venti anni i nostri giovani. Per questo occorre essere in grado di progettare politiche che guardano al domani. Cosa che questo Governo, che naviga a vista galleggiando nella crisi, non sta facendo”.