Si accende il forno crematorio. E si riaccendono le polemiche

CIVITAVECCHIA – Conto alla rovescia per il forno crematorio, che entrerà in funzione il prossimo 21 marzo. A darne notizia la società Altair, che gestirà la tanto contestata struttura. E prima ancora di accendere i suoni camini, il forno riaccende nuovamente la polemica.

Ad innescarla il segretario cittadino del Partito Democratico, Germano Ferri, che esprime “sdegno”, soprattutto come medico, “verso un’amministrazione che nulla di concreto ha fatto per bloccare la realizzazione di un’ulteriore fonte di combustione a livello locale, anzi approvando ad agosto 2014 la progettazione definitiva ed esecutiva dell’impianto di cremazione, permettendone l’avvio dei lavori nel 2016”. “Un crematorio con documentazione fumosa per quanto riguarda il piano regolatore e la valutazione di impatto ambientale – sottolinea Ferri – e che brucerà un massimo di 2080 salme/anno, a differenza delle 1464 comunicate il 18 ottobre 2016 da Cozzolino ed a fronte di una media di circa una cinquantina di cremazione locali l’anno, andando quindi a servire un bacino di utenza di circa 1.195.626 persone, spazianti fra i comuni presenti in provincia di Roma, Viterbo e Grosseto. In un territorio già fortemente compromesso sotto il punto di vista ambientale, in cui come ci ricorda il Dipartimento di epidemiologia della Regione Lazio il tasso di mortalità per tumore al polmone ed alla pleura è il 30 % più alto rispetto al resto della regione, non si sarebbe dovuta aggiungere più alcuna fonte di combustione, lavorando piuttosto per ridurre l’impatto degli elementi inquinanti già esistenti. Tanti studi scientifici affermano la pericolosità di un crematorio in virtù dei molteplici cancerogeni ed inquinanti emessi, sottolineando soprattutto che ad oggi i sistemi di filtraggio del fumo diffuso difficilmente riescono a bloccare le sostanze che possono causare tumori dato che le stesse vengono veicolate da particelle tra i 0.10 ed i 0.18 micron, allo stato attuale della tecnologia praticamente quasi impossibili da filtrare”. Quindi l’ennesima stoccata di Ferri a Cozzolino, il quale anziché “fare ‘mea culpa ed andare a casa, parla addirittura di una possibile ricandidatura”, un affondo al vetriolo nei confronti del Consigliere Fulvio Floccari, “un collega che come me ha giurato solennemente di difendere la salute delle persone”, ed un accusa generale al Movimento Cinque Stelle: “L’emblema della presunzione fine a se stessa, l’onestà di cui si riempie la bocca è il grado zero della civiltà. Occupare un posto che non si è in grado di occupare, essere pagati per un lavoro che non si è in grado di fare, è la peggiore forma di disonestà intellettuale”.

Ma dal Movimento Cinque Stelle la replica non si fa attendere, per voce del Presidente della Commissione Ambiente Matteo Manunta, che definisce il Pd un partito in cui “l’ipocrisia continua a regnare sovrana”. “Il giovane segretario Germano Ferri si sveglia dal letargo ed interviene per bocciare il forno crematorio – dichiara – Sul tema si sono già spesi fiumi di inchiostro ed è inutile commentare oltre, ci limitiamo ad un breve riassunto per i più distratti. La pubblica utilità del forno crematorio viene approvata dalla Giunta Tidei ed il project financing avviato grazie all’apporto del dirigente Mencarelli, lo stesso Mencarelli oggi luminare dei comitati contro il forno crematorio. A procedure burocratiche praticamente ultimate, la nostra amministrazione interviene riuscendo a migliorare alcuni aspetti tecnici (per esempio evitando la combustione di casse di zinco), riducendo il numero di salme cremate, le ore di funzionamento e imponendo in sede di conferenza dei servizi delle severe prescrizioni ambientali da parte del Sindaco Cozzolino. Prescrizioni talmente severe che sono state impugnate al TAR Lazio da parte della ditta aggiudicatrice. Che oggi il PD, ossia il partito che ha approvato la pubblica utilità ed il project financing, ci venga a fare la ramanzina è decisamente insensato, così come è insensato che l’arch. Mencarelli sia il cuore pulsante del comitato cittadino contro il forno crematorio”.

A fare da sfondo alla polemica, la preoccupazione di molti cittadini per gli effetti del forno crematorio, con l’indignazione che corre sempre più frequentemente sui social e il lancio attraverso Facebook di una protesta “colorata”: l’esposizione di un panno azzurro sulle finestre e sui balconi come forma di contestazione all’imminente avvio del forno crematorio.