Petrelli: “Conferire la cittadinanza onoraria al Milite ignoto”

CIVITAVECCHIA – Conferire la cittadinanza onoraria al Milite ignoto. E’ quanto chiede in una istanza presentata al Presidente del Consiglio comunale Emanuela Mari il consigliere Vittorio Petrelli, che ha presentato in merito una proposta di delibera. Di seguito il testo integrale della sua nota.

Il sottoscritto consigliere comunale, ai sensi dell’art.7 del vigente Regolamento sul funzionamento del Consiglio Comunale, trasmette la seguente proposta di deliberazione per il CONFERIMENTO della cittadinanza onoraria al “Milite Ignoto” . Adesione iniziativa.
Il conferimento della cittadinanza onoraria al MILITE IGNOTO è un progetto caldeggiato da ANCI su iniziativa del Gruppo delle Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia in occasione del centenario della traslazione del Milite Ignoto (4 novembre 2021). Lo stesso è stato richiesto dalle associazioni combattentistiche/d’arma e di categoria di Civitavecchia con apposita nota del 4 febbraio u.s..
(La Storia) A guerra finita, ogni nazione volle onorare simbolicamente la memoria dei propri caduti ignoti attraverso un monumento eretto a ricordo del sacrificio di tali uomini “scomparsi” e che pur fecero la Storia dell’Europa del XX secolo. In Italia, fu il generale Dohuet a suggerire, nell’agosto del 1920, la sepoltura di un milite senza nome al Pantheon, l’edificio dedicato alla sepoltura dei reali d’Italia quasi a volerne dimostrare il pari prestigio e la pari nobiltà. La proposta fu accettata l’anno seguente, ma al posto del Pantheon per la sepoltura fu indicato l’Altare della Patria. Nell’ottobre del 1921 vennero scelte delle salme di soldati senza nome, provenienti da cimiteri di guerra o dai luoghi di battaglia dove i combattimenti erano stati più cruenti: Rovereto, le Dolomiti, Asiago, il Monte Grappa, il Montello, il Cadore, il basso Piave, il Basso Isonzo, Gorizia, il Monte S. Michele e il Carso. Le bare, tutte identiche e perciò non distinguibili, furono trasferite prima a Udine e poi nella Basilica di Aquileia. Qui, rivestite dalla bandiera tricolore, poco prima della scelta furono ulteriormente spostate fra loro, per garantire l’assoluta imparzialità nella scelta rispetto alla loro zona di provenienza. Il compito della scelta della bara fu affidato a Maria Bergamas di Gradisca d’Isonzo, madre di Antonio, soldato dell’esercito austro-ungarico che aveva abbandonato per unirsi all’esercito italiano col nome di Antonio Bontempelli. Antonio morì in combattimento sull’altopiano di Asiago, dove il suo corpo andò disperso. Questo rito compiuto da Maria, madre di un milite ignoto, l’ha trasformata nella madre simbolica di tutti i militi ignoti d’Italia. Il 28 ottobre Maria Bergamas, durante la cerimonia di selezione del feretro che sarebbe stata traslata fino a Roma, all’altare della Patria, sopraffatta dal dolore e dall’emozione, si posò sulla decima bara, mentre i dieci restanti corpi furono sepolti nel cimitero di Aquileia, dove dal 1953 riposa anche Maria Bergamas. La bara, caricata su un carro ferroviario aperto, affinché la gente potesse renderle onore durante il suo viaggio verso Roma, fu scortata da reduci decorati con medaglia d’oro. Il viaggio del feretro verso Roma durò dal 29 ottobre al 2 novembre attraversando molte città, che ebbero l’onore di omaggiare il milite ignoto. Arrivato a Roma, fu condotto alla chiesa di S. Maria degli Angeli e Martiri ed esposto al pubblico per tutta la notte sotto lo sguardo vigile della Guardia d’Onore.
Quel soldato ignoto, con il conferimento della cittadinanza onoraria da parte dei Comuni, potrebbe diventare il Cittadino d’Italia. Quell’Italia che in momenti di difficoltà si aggrappa e si unisce a tutti i simboli e valori. Basti ricordare che durante il lockdown il tricolore è sventolato su milioni di balconi delle nostre residenze.
Una doverosa iniziativa commemorativa che servirà soprattutto a risvegliare i sentimenti di appartenenza alla nostra patria e che si aggiunge all’opera di sensibilizzazione ed alle attività realizzate dalle associazioni combattentistiche, d’arma e di categoria”.

Vittorio Petrelli – Consigliere comunale lista civica il Buon governo