“Perché a Civitavecchia no?”

CIVITAVECCHIA – Da Unione Popolare Civitavecchia riceviamo e pubblichiamo:

“Siamo sempre più preoccupati, se prima era solo un sospetto adesso sta diventando una certezza, Civitavecchia ed il suo territorio sono abbandonati al nulla e alla incapacità delle proprie classi dirigenti.
Dalle altre parti non funziona così. A La Spezia, il Comune e l’Enel firmano un protocollo d’intesa per la riconversione dell’area dell’ex centrale a carbone Eugenio Montale per la produzione di idrogeno verde. Un passaggio essenziale per poter bonificare l’area e procedere con il progetto che prevede una produzione di circa 134 tonn. annue di idrogeno verde ed un consumo di circa 7,7 GWh di energia rinnovabile prodotta in loco.Si tratta di un progetto di 14 milioni di euro, di cui la gran parte ( 13,7 milioni ) è finanziata dal PNNR.
Il nuovo polo impegnerà 10 ettari per pannelli fotovoltaici e 1,1 ettari per l’impianto di elettrolisi e le batterie di accumulo, altri 3,4 ettari saranno destinati alla logistica.
Perchè a Civitavecchia NO?
Civitavecchia e La Spezia sono sempre state due realtà produttive di energia, speculari tra loro per simili caratteristiche. La stessa presenza ingombrante di Enel, le stesse problematiche legate all’inquinamento e al lavoro che finirà.
A Civitavecchia in più si prospetta l’ipotesi sempre più realistica dell’impianto di offshore eolico che dovrebbe essere la punta di diamante di un distretto più ampio di produzione di energia rinnovabile, tenendo anche conto della necessaria e finalmente imminente chiusura al 2025 della centrale a carbone di Enel. Ma allora perchè il Comune invece di farsi garante della giusta transizione del territorio segna un imbarazzante immobilismo? Perchè le aziende che vedranno al 2025 terminare le commesse con l’Enel aspettano il succedersi degli eventi e invece non si fanno parte attiva in un processo di reale riconversione ecologica della produzione energetica ?
Civitavecchia dopo settanta anni di servitù fossile al servizio del Paese non merita l’esito incerto che si profila, con classi dirigenti politiche e territoriali totalmente tanto inattive, quanto pronte a subire le ricorrenti supine volontà di colonizzazione dall’esterno a cui non vogliamo e dobbiamo abituarci.
Sarà nostro compito ricordarlo nelle giuste sedi e soprattutto ai cittadini di questo territorio”.

Unione Popolare Civitavecchia