Pedrini: “Perché il ridimensionamento di Pediatria?”

ospedaleCIVITAVECCHIA – Gabriele Pedrini torna a lanciare l’allarme per il ridimensionamento del reparto di Pediatria all’ospedale S. Paolo. In particolare, secondo quanto denuncia il Segretario della Fiamma tricolore, sono state previste le seguenti modifiche: “abolizione delle Unità Operative Semplici , previste sino ad oggi in almeno due per ogni Unità Operativa Complessa; abolizione del Dipartimento Materno Infantile, senza la nomina di un responsabile di riferimento per la Pediatria in generale, come invece prescritto dalla vigente normativa sanitaria a livello regionale; mancata attivazione dei posti di Osservazione Breve Intensiva, quali componenti integrative dei Posti di Ricovero Ordinario, come espressamente prescritto in merito dall’Agenzia Sanità Pubblica al fine di potenziare l’assistenza di Primo Soccorso”.
“Tali provvedimenti, peraltro – commenta lo stesso Pedrini – risultano in netto contrasto con le direttive contenute nei Decreti n°56 ed 80 del Piano Sanitario Nazionale che prevedono, tra l’altro, la fusione della componente ‘neonatologia’ del S. Paolo con il Punto Nascite di Tarquinia al fine di garantire una capacità operativa di 800 parti annui e di garantire,nel contempo, la massima sicurezza ed assistenza tanto alle partorienti quanto ai loro bambini nella delicatissima fase del parto. In tale controverso quadro di inosservanza di direttive e decreti, va sottolineato che l’Ospedale di Civitavecchia costituisce la sede del Dipartimento Emergenza Accettazione di primo livello, caratteristica che implica necessariamente l’obbligo di degenza pediatrica, e, contemporaneamente è opportuno evidenziare che la componente pediatria del S. Paolo è l’unica Unità Operativa Complessa presente sul territorio, non certamente limitato dell’intera Macroarea 4, ovvero di tutta l’area denominata Roma F”. Una situazione incongruente, secondo il Segretario della Fiamma, con la trasformazione di Civitavecchia in scalo marittimo di accoglienza dei migranti oltre che di equipaggi commerciali e passeggeri turistici che favoriscono il rischio di insorgenza di patologie infettive. “Pertanto – aggiunge – l’attivazione di almeno due posti per degenti pediatrici infettivi sembra essere un obiettivo irrinunciabile per garantire una minima aderenza del supporto sanitario pediatrico al manifestarsi di esigenze imprevedibili. In altri e più crudi termini , si può concludere che stando così le cose la situazione disegna scenari di vera ‘emergenza salute’ per i bambini e di preoccupanti livelli di ‘sicurezza’ per il personale operante nel settore ove non vengano garantite i minimi limiti di operatività. Non resta che chiedersi e chiedere alla Dirigenza Asl il perché di un ‘ridimensionamento’ non dettato da direttive o decreti di livello superiore anzi con essi in netto apparente contrasto e tuttavia adottati in autonomia. A chi giova?”.