Mensa. De Felici: “Dove sono gli accordi presi con il Sindaco?”

protesta mensa2CIVITAVECCHIA – “A pochi giorni dall’apertura della mensa scolastica non sappiamo ancora come iscrivere i nostri bambini. Forse non è a tutti chiaro le difficoltà che le famiglie con genitori che lavorano debbono affrontare nel ménage quotidiano. E questa battuta d’arresto contribuisce a rendere la vita ancora più difficile”. A parlare è Patrizio de felici, segretario del Pd ma soprattutto genitore in prima linea contro il caro mensa che sollecita il Sindaco Moscherini al rispetto degli accordi verbalmente sottoscritti la scorsa settimana, quando il Primo cittadino dichiarò che il Bando sulle nuove tariffe era da rivedere. “Si erano inoltre raggiunti una serie di accordi: – sottolinea de Felici – il pagamento del 50% della retta per il secondo figlio, rateizzazione mensile, esonero totale dei disabili, esonero totale dal secondo figlio in poi, l’introduzione del badge per pagare il solo pasto consumato ecc. Alle parole del Sindaco e agli accordi presi non è seguito nessun atto ufficiale. In Comune tutti brancolano nel buio e alle nostre richieste di chiarimento nessuno ci ha saputo rispondere. Insomma, pare proprio che l’Amministrazione non abbia ricevuto alcuna disposizione mentre l’Assessore di riferimento continua a brillare per la sua assenza”.
A tutt’oggi, dunque, i genitori non sanno se è valido il bando o se sono validi gli accordi presi. “In poche parole – prosegue De Felici – non sanno quanto devono pagare e come devono pagare. L’unica cosa certa è che l’iscrizione è stata prorogata al 15 ottobre. Ma chi non è iscritto da lunedì prossimo (3 ottobre) non ha diritto alla mensa. Tant’è che alcune famiglie hanno ricevuto una lettera dalle insegnanti con cui si sollecita l’iscrizione alla mensa scolastica. Si è così creata una frattura sociale netta senza considerare che stiamo parlando di bambini. Da lunedì prossimo insomma ci si troverà dinanzi ad una situazione in cui alcuni bambini possono pranzare e altri no senza tenere conto che anche il pasto in comune è un momento educativo e di socializzazione”.
“Tutto ciò – conclude – ha dell’incredibile e ancora una volta il Comune dà prova di un pressapochismo sconfortante. Pressappochismo che come in tante, troppe occasioni ricade sulle spalle dei cittadini che onestamente pagano le tasse e che si sono costituiti in Comitato perché la tariffa di oltre sei euro per il pasto di un bambino è decisamente esosa. Come genitori chiediamo che si faccia immediata chiarezza e che gli accordi presi siano ufficializzati prima di lunedì prossimo”.