“Il canone concordato è un fallimento”

CIVITAVECCHIA – Apprendiamo dall’assessore ai servizi sociali di Civitavecchia che saremmo distratti. Benissimo. Ma ci sono anche amministratori che conoscono poco le tensioni sociali ed abitative delle città che sono chiamati a governare. Tensioni che sono enormi. Il canone concordato, e ce lo dicono le quotidiane sofferenze delle persone che cercano case in affitto, è un fallimento ed è inadeguato alle nostre necessità. Come curare la peste bubbonica con lo iodosan gola, tanto per intenderci.
Quello che ci vuole è un’aggressione reale e determinata alla questione abitativa. Ripetiamo: un patto che abbia come oggetto i grandi patrimoni immobiliari vuoti, che porti ad una sostanziale e non velleitaria (come nel caso proprio dei canoni concordati) riduzione dei prezzi e che veda il comune porsi come garante delle locazioni.
Apprendiamo inoltre che ci sono voluti quindici anni per portare questo prodigio che è il canone concordato in città. E che c’è voluta l’opera di tutta l’intellighenzia del movimento cinque stelle. Ma se era tanto vantaggioso, perché c’è voluto tanto tempo? Notiamo, dati Federcasa, che il canone concordato è attivo, nella provincia di Roma, solo in 22 comuni su 121. Questo in quindici anni. Se siamo di fronte ad uno strumento tanto meraviglioso, che fa nascere ovunque, a mo’ di funghi dopo la pioggia autunnale, case in affitto a buon mercato, perché non è attecchito?
Facciamo adesso i conti della serva.
Quanto risparmia una famiglia su di un canone di seicento euro al mese? Seicento euro è il massimo che un nucleo familiare di quattro persone, in cui lavora stabilmente un solo membro della famiglia, possa permettersi con uno stipendio medio di 1000 euro. Poniamo 150 euro di bollette al mese. Restano 250 euro per far mangiare, vestire e curare all’occorrenza quattro persone. Poniamo che i seicento euro vengano spesi per una casa in periferia, a San Liborio. Poniamo un’abitazione di due camere, bagno e cucinotto, massimo sessanta metri quadrati. Diamoci al lusso sfrenato e mettiamoci anche un balcone.
Con il canone concordato risparmieremmo, più o meno, 80 euro al mese. Che, diviso quattro persone, sono l’astronomica cifra di 20 euro. Una cena dal cinese con tanto di bevanda! diranno i benpensanti. Purtroppo non si può mangiare una sola volta al mese. Oltretutto il meccanismo di calcolo del canone concordato privilegia gli affitti alti a scapito di quelli bassi. Una famiglia media con buone possibilità economiche trarrebbe più benefici di una famiglia media con poche possibilità: più alto è l’affitto, maggiore è lo sconto.
I benefici del canone concordato, riferiti al tessuto sociale di Civitavecchia, sono semplicemente ridicoli.
Cara Daniela Lucernoni, assessore ai servizi sociali della nostra povera città. Ci rivolgiamo a lei fraternamente, con affetto. Un affetto talmente profondo che la chiameremo Daniela e basta, dandoti del tu. Daniela, togliti gli occhiali deformanti della posizione ideologica e del preconcetto a cinque stelle e guarda la realtà così com’è. Scoprirai che i tuoi concittadini hanno bisogno di case a buon mercato e non di prese in giro.
Noi socialisti abbiamo dato un’idea seria. E’ a tua disposizione. Se vorrai seguirla ne saremo felici, altrimenti faremo in proprio. Civitavecchia merita rispetto, non prese in giro.

Psi Civitavecchia