“Giachetti ha perso: ora si facciano da parte i vertici”

CIVITAVECCHIA – Giachetti ha perso. La frase: “è una sconfitta che mi appartiene” è emblematica. Ha perso lui e non ha vinto la Raggi. Il candidato del PD e dei suoi sodali non è riuscito a scaldare il cuore dei romani, né a segnare una reale discontinuità con il passato. Del resto era o non era il segretario di Rutelli? Incolpevole, con le mani pulite, ma era comunque lì. Ma è colpa solo di Giachetti? No, ovviamente. Il PD si è chiuso, dopo aver mandato al massacro Marino, sindaco incapace, ma comunque macellato dal suo stesso partito, in una magica autosufficienza. I suoi sodali, Radicali, IDV e PSI, si sono appiattiti su Giachetti sin da subito evitando accuratamente di elaborare uno straccio di posizione politica, giocando di rimessa, guardandosi bene anche dal presentare candidati di bandiera alle primarie. Tutti timorosi di urtare la suscettibilità del gigante PD. I risultati degli alleati sono stati infinitesimali, a testimonianza che la politica non è solo “consumare la suola delle scarpe” ma anche e sopratutto elaborare e comunicare idee, dare un orizzonte agli elettori. Se Giachetti non aveva idee e prospettiva (e non le aveva), potevano uscire fuori le potenzialità degli alleati. Così non è stato.
Cosa comprendiamo da questo risultato? Che la sinistra, anche a Roma, vince quando è unita. Molti, tra cui i fan dell’ex sindaco Marino e l’area che si è raggruppata intorno a Fassina, hanno portato avanti la filosofia del “muoia Sansone con tutti filistei”. Ebbene Sansone è morto e, a breve, dato che i cinque stelle non fanno prigionieri e per governare Roma non hanno bisogno di nessuno, moriranno filistei, parabolani e Savonarola della domenica. Parte della truppa di Fassina, quella che fa capo a Sel, tanto per intenderci, lo sa benissimo. E sa che in fondo il problema non è il PD in assoluto, dato che Sel esprime il vice presidente della regione Lazio, legato a Zingaretti da un sodalizio che va avanti da alcuni anni. Ricevuto l’agognato tributo di sangue e dopo aver visto sparse le viscere del nemico, anche i fan del marziano potranno placarsi. Ora il problema è ricostruire e comprendere se ci sia vita, a sinistra, oltre Giachetti. Secondo me si, ma vanno soddisfatte alcune condizioni preliminari. Anzitutto ricominciare da capo, azzerando i vertici. I fautori della candidatura di Giachetti nel PD e coloro i quali la hanno accettata passivamente nei partiti satellite, senza rilanciare e senza discutere, si facciano da parte. Così come si facciano da parte i distruttori di professione, coloro che volevano solo vendetta. Non è con la vendetta che si farà mai rinascere Roma.
Vengano avanti, con fierezza, le seconde linee. Gli uomini e le donne che, per portare avanti un ideale ed una visione del mondo, ci hanno messo la faccia e l’ardimento. Sono loro, i soldati che hanno portato avanti la battaglia e non i generali o i loro sottopancia che, con arroganza, hanno sbagliato strategia, che si stagliano come eroi in questa notte di disfatta.

Mario Michele Pascale – Consiglio Nazionale PSI, Presidente Ass. Spartaco