“Con l’Outlet i turisti non lasceranno più niente in città”

CIVITAVECCHIA – Ho assistito al consiglio comunale per la parte che riguardava il Wellcome center, votato dalla maggioranza.

Alcune riflessioni personali. La politica è sacrosanto che si prenda le sue responsabilità e debba decidere. Gran parte dei nostri governi cittadini hanno avuto vita per un solo mandato poi sono stati rimandati a casa.
Certo che per un progetto cosi’ dirompente per aspetti commerciali economici, ambientali e urbanistici, forse a mio avviso sarebbe stato necessario un maggiore coinvolgimento della città, e in particolare dei commercianti; ma il sindaco e la sua maggioranza si sono prese le responsabilità di questo atto e ne subiranno conseguenze, negative e o positive.

Ieri il sindaco ha avuto una polemica con l’opposizione accusandola, per quanto riguarda le terme di parlare, senza competenze Idrologiche.
A me permetterà avendo un po’ di esperienza in materia di affermare, che l’outlet sarà esiziale per il commercio a Civitavecchia.

Può anche contestare un sondaggio fatto da una società nazionale ma sarebbe sufficiente farsi un giro per i negozi per capire che tra molti commercianti esistono perplessità e sconcerto; Confcommercio starà ancora studiando le carte (ma non si potevano dare prima?), ma sono certo che un progetto del genere viene semplicemente recepito come modo di fare cassa.

Parlo ovviamente dell’outlet, perchè nessuno mette in dubbio la necessità del Wellcome center; diciamo che 70 negozi, quindi un outlet metterebbe in crisi un sistema terziario, già provato ed esausto; aggiungo io metterebbe fine ad una sinergia tra porto e città che si sta faticosamente instaurando.

Ogni anno il 30% dei croceristi scende in città; difficilmente rimane a bordo. Da decenni (non si tratta quindi dell’attuale amministrazione) si parla di pacchetti turistici, turistici, di itinerari turistici culturali, di itinerari dello shopping.

Mi sembra che l’attuale amministrazione si stia muovendo, a detta del sindaco con ottimi risultati. Nel mio piccolo, come Direttore di Confcommercio, avevamo elaborato un progetto finanziato dalla CCIA che prevedeva proprio questo, oltre a dei centri informativi all’interno dei negozi; non so che fine abbia fatto, ma spero possa essere portato a compimento.

Nel 2016 i circa trecentomila turisti rimasti a Civitavecchia hanno lasciato in città circa 90 milioni, spesi in servizi, trasporto, farmacie, commercio e altro.

L’outlet, perché di questo si parla, impedirà ai turisti di conoscere la città e permettere quella opera di promozione di un territorio bellissimo (patrimonio Unesco, patrimonio naturalistico, patrimonio culturale) per fare in modo che da croceristi di oggi, negli anni successivi diventino turisti di questo territorio.

Aggiunga anche le terme, sempre che si faranno e capirà quanto questo territorio sia appetibile e promozionabile.
La potenza finanziaria di chi costruisce l’outlet (ah saperlo come il progetto definitivo) farà che i turisti non lasceranno in città più niente e si avvieranno verso i “non Luoghi” dell’outlet, tanto odiati dai dirigenti nazionali dei 5 stelle.

Si rischia di far saltare un comparto come quello terziario che in questa città (dati Istat, non li può contestare, né possono essere contestati dai suoi esperti in giunta) è primo per occupazione e aziende.
Ovvio che le responsabilità sono della politica, ma mi permetta cortesemente di avere avuto la sensazione che non si ami, né si apprezzi questo territorio né tantomeno si pensa ad un suo futuro turistico. Anche questo fa parte delle sue prerogative ma spero di essere smentito nel tempo.

 

Tullio NunziMeno poltrone più panchine