“Ci vogliamo vive, libere e felici, e invece possiamo ancora morire ammazzate”

CIVITAVECCHIA – “L’ultimo femminicidio è avvenuto pochi giorni fa, a Montese, sull’Appennino modenese. Un uomo ha accoltellato la moglie e in seguito ha cercato di togliersi la vita. Poco distante da lì, a Sassuolo, un altro uomo, ex partner di Elisa, ha ucciso ieri l’altro lei, la ex suocera e i due figli di 2 e 5 anni. Quante donne muoiano per mano maschile ce lo raccontano le cronache, quasi ogni giorno”.

Così le “Ardite” di Civitavecchia commentano gli ultimi accadimenti di cronaca legati alla violenza di genere in vista della “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, che ricorre domani, giovedì 25 novembre 2021.

Che l’intensificarsi di questo fenomeno, strutturale e sistemico, coinvolga sempre più spesso i bambini e le bambine lo rammentano le storie, come quella di Vetralla, nel viterbese, quando un uomo, che aveva il divieto di avvicinamento alla sua ex e al figlio, ha ucciso il bambino di 10 anni – proseguono le Ardite – C’è un denominatore comune in queste vicende, ovvero la volontà deliberata delle donne di fuoriuscire da una condizione di violenza mettendo dunque fine alla relazione. Donne che avevano deciso di autodeterminarsi, che s i volevano vive, libere, felici. E invece sono ancora morte ammazzate. Domani, porta un fiore rosso al Teatro Traiano, dalle ore 17:00″.