CIVITAVECCHIA – Come tanti hanno visto, la Marina è stata devastata dalle ultime eccezionali mareggiate e questo ha suscitato riflessioni e commenti di diversa natura (alcuni decisamente fuori luogo) che tuttavia testimoniano quanto i nostri concittadini siano legati a questo tratto di litorale. È doveroso ricordare, specialmente ai più giovani, che fino alla fine del secolo scorso quei 500 metri di costa erano soltanto l’inizio del camminamento dell’antemurale e tutta l’area retrostante era occupata da diversi fasci di binari che servivano anche per lo stazionamento di carri merci. La rivoluzione che portò al primitivo “water front” è stata pianificata e parzialmente realizzata durante la seconda giunta Tidei. Il valore aggiunto di quella Amministrazione Comunale, per la quale mi onoro di aver svolto il ruolo di assessore ai LL.PP, è stato quello di aver scommesso su una visione di Città completamente diversa da quella che era sotto gli occhi di tutti. Credo di poter rivendicare, assieme a tutti gli amministratori di allora, il merito di attivarsi per ricercare fondi disponibili in Europa (phasing out dalla Zona Obiettivo2) e di traguardare ad uno sviluppo turistico recettivo, complementare alla visione strategica delle giunte a guida Barbaranelli, che poteva offrire nuove opportunità rispetto all’unicità della vocazione energetica e portuale che aveva trainato l’economia del nostro comprensorio fino ad allora.
Perciò proprio alla fine degli anni novanta, a corollario delle molteplici opere pubbliche realizzate in quel periodo, maturò l’ambizioso progetto di un nuovo lungomare che doveva diventare il più invitante biglietto da visita per ogni forestiero che si trovasse a dover passare da Civitavecchia.
Così fu demolito quanto rimaneva del vecchio Dopolavoro Ferrovieri, fu abbattuto lo scheletro del vecchio Pirgo e realizzato l’isolotto con l’attuale passerella, fu realizzato il porticciolo sotto il forte Michelangelo e una grande distesa asfaltata (dove oggi sorge piazza degli Eventi) che, data la prossimità con il centro cittadino, fu utilizzata per alcuni anni come grande parcheggio gratuito. Si cercò poi, di creare e dare continuità ad un unico arenile che partisse dalla concessione della Lega Navale ed arrivasse fino a sotto il forte.
Infine, e qui arriviamo al punto, si diede incarico ad un tecnico specializzato (l’ing. Pittori) di progettare una barriera soffolta che potesse proteggere la nascente spiaggia dalle mareggiate. La barriera progettata aveva una sezione a forma di trapezio isoscele e uno sviluppo di circa 400 metri, parallelo all’arenile, con la sommità posta a circa a -0,5 m sul livello del mare.
La barriera si fece e fu realizzata dall’impresa Properzi. Le successive verifiche della Direzione Lavori confermarono la corretta esecuzione dell’opera e la corrispondenza tra il progetto quanto realizzato.
A differenza di quanto dichiarato dal sindaco Cozzolino, la barriera soffolta non durò soltanto anno e una simile affermazione rivela mancanza di rispetto e forse la malizia di chi vuole sminuire il lavoro delle Amministrazioni che lo hanno preceduto.
Ogni manufatto ha bisogno di manutenzione e la barriera soffolta non fa eccezione. Stiamo parlando di una struttura che avrebbe avuto bisogno di un ripascimento periodico per bilanciare gli effetti delle mareggiate, cosa che non è mai stata fatta sia per i considerevoli costi di un intervento a mare ma anche perché l’attenzione delle giunte successive fu rivolta esclusivamente alla progressiva riqualificazione di piazza degli Eventi.
Creare oggi una scogliera frangiflutti emersa, prescindendo da ogni valutazione sui costi, potrebbe anche snaturare la vocazione della Marina aperta all’orizzonte e utilizzabile anche come attrattiva per attività sportive sul mare. Ovviamente la Marina, anche in caso di una manutenzione straordinaria della barriera soffolta, sarebbe sempre esposta al rischio di mareggiate eccezionali come quelle della scorsa settimana e quindi, a mio giudizio, il problema della burrasca straordinaria andrebbe affrontato da un altro punto di vista.
Bisognerà cominciare a pensare, dopo l’esperienza di questi anni, se si possono mantenere betonelle e marmi a ridosso della spiaggia o se invece dobbiamo riflettere su una Marina che abbia caratteristiche di solidità strutturale che ne impediscano il disfacimento ogni qual volta si verificano le condizioni per una grande mareggiata.
In altre parole, non posso pensare di realizzare una casa, a ridosso delle Alpi, con il terrazzo calpestabile perché probabilmente questo, prima o poi, collasserà sotto il peso della prima eccezionale nevicata.
Allo stesso modo la ricostruzione fronte mare della nuova Marina non dovrebbe prevedere elementi strutturali troppo fragili oppure assemblati senza una predisposizione specifica per resistere alla forza dei marosi. Con questi presupposti, ciò che inevitabilmente sarebbe sacrificato alle mareggiate eccezionali è l’arenile. Ma un conto è riportare sabbia e ciottoli sul bagnasciuga ed un altro conto è far fronte ad una vera e propria devastazione del nostro bellissimo lungomare.
Spero che intorno a queste riflessioni si possa sviluppare un sereno dibattito senza pregiudiziali che troppo spesso impediscono di vedere i reali interessi della Città.
Marco Piendibene – Capogruppo del Partito Democratico