Con circa 500 parti al mese, il Centro di maternità di Emergency in Afghanistan stava diventando troppo piccolo. Per questo, già da qualche tempo, i volontari avevano deciso di ampliare la struttura con un nuovo blocco dotato di due sale parto, due sale operatorie, una terapia intensiva e una sub-intensiva neonatali, una terapia intensiva per le donne che hanno avuto complicazioni durante il parto, un ambulatorio, un reparto di ginecologia, un’area per i follow-up e una per il travaglio… “un bel posto per mamme e bambini per prima, dopo e durante il parto in tutte le sue fasi e complicazioni”, per usare le parole di Luca, il Coordinatore di programma in Afghanistan.
La settimana scorsa, finalmente, quest’idea ha iniziato a diventare realtà: nel corso di una piccola cerimonia con le autorità locali e gli anziani dei villaggi circostanti è stata posata la prima pietra di questo progetto. “Un progetto – sottolineano i volontari di Emergency – che è molto di più di un nuovo edificio: è anche più cure per mamme e bambini, più lavoro e formazione specialistica per donne afgane, più cultura. E più diritti, messi in pratica”.