Miliardi buttati per i cacciabombardieri della vergogna

Ne servivano 130, ne abbiamo comprati 90 spendendo 17 miliardi di euro, ed ora arriva anche la beffa. I prototipi dei caccia F-35 sembrano essere risultati difettosi: colpiti da un fulmine potrebbero esplodere. Lo ha detto il Pentagono attraverso un documento in cui ha indicato i difetti della produzione dell’americana Lockeed Martin, capofila del progetto a cui ha partecipato anche l’Italia con Alenia Aeronautica, gruppo della Finmeccanica. Per alleggerire il velivolo e aumentarne quindi velocità e potenza, il serbatoio del carburante è risultato difettoso. “Non sono permessi voli di prova degli esemplari già realizzati in un raggio inferiore ai 40 chilometri di distanza da un temporale – scrive il Sunday Telegraph, il rapporto dell’Operational Test and Evaluation Office del Pentagono – finchè il dispositivo che all’interno del serbatoi mantiene i corretti livelli di ossigeno non verrà riprogettato”. Un altro difetto di progettazione sembrerebbe inoltre impedire all’aereo di scendere rapidamente a basse quote; il volo risulta “a scossoni”, addirittura la trasmissione dati tra elmetto e aereo pare avvenire con lentezza, elemento pericolosissimo in combattimento. Ma il problema è molto più grande, addirittura soprannominato dai mass media “la più grande truffa della storia militare” poiché, oltre ai 17 miliardi italiani, il programma Joint Fight Striker è costato all’America circa 170 miliardi e parrebbe che la produzione dei caccia F-35 sia iniziata prima della conclusione della fase di collaudo. Sebbene ancora prototipi, gli aerei già pronti sono difettosi. Tutto da rifare quindi, allungando i tempi e aumentando i costi e in periodi di crisi come questo sono in molti a porsi a lamentarsi. Sono mesi che si parla dei difetti dei nuovi cacciabombardieri, secondo un rapporto del Governement Accountability Office c’è anche un forte ritardo e un relativo aumento di budget preoccupante. Nove anni di sviluppo e quattro di produzione e solo una minima parte dei test è stata superata. In tempi di lotta agli sprechi e attenzione alle spese sono molti i perché di questo acquisto italiano (avvenuto mentre contestualmente i Governi Berlusconi e Monti hanno tagliato quasi 15 miliardi di euro all’istruzione e alla sanità), che equivale ad un’intera manovra finanziaria, per una flotta area da guerra che, se necessaria per sostituire i vecchi velivoli, appare una presa in giro per via dei difetti di fabbrica riscontrati.