Santa Marinella: la città dello sport o degli impianti sportivi?

Palazzetto dello sportSANTA MARINELLA – Santa Marinella può vantare un grande assortimento di centri sportivi di altissimo livello. “In tutto il Lazio non si trovano centri così grandi, attrezzati e numerosi come i nostri, ce ne saranno due o tre al massimo” dichiara orgogliosamente il consigliere Mucciola, che ha seguito per anni, passo dopo passo, la progettazione e la costruzione del Palazzetto dello Sport di via delle Colonie durante il suo passato assessorato. Oltre a numerosi impianti privati come lo Sporting club, il maneggio del consigliere Fronti a Prato del Mare, il Centro Sportivo di prato del Mare, la pista di pattinaggio Green Park, il più recente maneggio all’uscita dell’autostrada, ed un paio di palestre, nella Perla sono disponibili strutture sportive comunali come i campi da calcetto e lo Stadio del calcio in via delle Colonie, quest’ultimo circondato da una pista di atletica, il Palazzetto dello Sport attrezzato per diverse discipline sportive, la palestra della Scuola Media Carducci, il Campo Sportivo Comunale di Santa Severa e la Piscina Comunale lungo l’Aurelia. In barba alle apparenze, a S. Marinella l’attività sportiva è molto sentita, in particolare per quanto riguarda la tradizione pugilistica grazie alla Asd Santa Marinella Ring, e surfistica, da qualche anno arrivata alla ribalta. Per quanto riguarda lo sport italiano per eccellenza, il principale club calcistico e anche il più antico della città è l’ Unione Sportiva Santa Marinella Calcio, che attualmente milita nel campionato regionale di promozione. Da poco è nata anche la squadra di calcio a5 dell’ Asd Td Santa Marinella che milita in serie D nel girone viterbese. Numerose sono le iniziative sportive organizzate durante tutto l’anno, in particolare al Palazzetto dello Sport, fiore all’occhiello delle attività cittadine, utilizzato anche per manifestazioni ricreative come feste e concerti. La gestione di tutti questi impianti sportivi comunali è data in affidamento alle società vincitrici dei bandi di gara, “ma, di fatto, il comune deve intervenire sempre dando una mano a livello economico perché, altrimenti, le società sarebbero costrette al fallimento in quanto è quasi impossibile rientrare delle spese e guadagnarci anche – spiega il consigliere Mucciola – in quanto  la gestione di questi impianti è troppo costosa per i privati, perché, essendo strutture comunali, dovrebbero far pagare solo le spese di gestione, come la corrente, i tecnici e l’abbigliamento, che costerebbero forse circa 10 euro a tesserato, ma così facendo chiuderebbero tutti. Dovrebbero essere gli sponsor e i presidenti delle società a far girare i soldi puntando sulle prime squadre e sovvenzionando tutti gli altri praticanti, invece qui accade il contrario, sono i soldi dei bambini e dei ragazzi in primis, e dei vari tesserati poi, a sovvenzionare le prime squadre, ma la colpa è della mancanza degli sponsor”. A questo proposito ci sono state, nel tempo, diverse interessanti iniziative come “Lo sport gratis per tutti”, a fine anni Novanta, con cui il comune pagava i tecnici, e i ragazzi delle varie squadre di ciclismo, di pallavolo e di basket non pagavano il mensile. La provincia a quel tempo aveva finanziato il progetto con circa 60 milioni delle vecchie lire, ma è durato solo un anno perché le società avevano trovato il modo di riscuotere i soldi degli iscritti ugualmente e quindi il progetto è stato svuotato del suo significato. Un’iniziativa simile è stata proposta anche dall’attuale assessore allo sport Rodolfo La Rosa che, prendendo spunto dalla prima iniziativa, ha pensato al progetto “Sport per tutti”, in cui “i contributi saranno erogati nella misura del 70% della spesa totale effettuata nell’anno 2010, per partecipare ai corsi di avviamento allo sport nelle diverse discipline sportive. Ciò significa che su una spesa di 500 euro, il Comune rimborserà circa 350 euro”. Lodevole l’interesse e l’impegno della cittadina nei confronti dello sport, forse poco leale ma l’unico modo possibile per non fallire la gestione da parte delle varie società sportive, larga l’adesione della popolazione, ma rimane da chiedersi se l’utenza possa raggiungere un numero sufficiente da giustificare cotanto dispiegamento di forze. S. Marinella conta poco più di 18.000 abitanti e abbiamo impianti invidiabili che sono sottoutilizzati, che non riescono a compensare i costi altissimi di gestione con l’afflusso di utenza, un po’ perché sono numerosi e grandi, ma questo è assolutamente un bene, un po’ perché alcuni, come per esempio la società di atletica leggera di S. Marinella, non utilizzano queste strutture perché si appoggiano a Civitavecchia, e questo è un male, soprattutto perché la pista di atletica della Perla è ancora in buono stato e soprattutto omologata per lo svolgimento di manifestazioni agonistiche. Perché dunque non viene utilizzata dalla principale società di atletica del paese? Voci indiscrete ritengono che “sia colpa della società calcistica che fa il bullo della situazione, convinta del proprio monopolio, e non fa accedere agli spogliatoi altre società”. Alla fine dello scorso anno l’assessore La Rosa aveva rilanciato il progetto della “Città dello sport, che prevedeva un Parco dello sport, altri impianti sportivi, piste ciclabili, il percorso della salute e altre strutture come il centro di medicina sportiva, il tutto inserito in un progetto di riqualificazione urbana che riguardava i terreni al di sopra di via delle Colonie”. Questo progetto faraonico, del costo di diversi milioni di euro, dovrebbe realizzarsi come piano integrato, ma in cambio si dovrebbe dare la possibilità di far costruire a privati su migliaia di ettari di terreno e, per quanto sia bello e salutista il progetto, ne vale davvero la pena? Soprattutto considerato che, proprio lì vicino, ci sono altri impianti all’avanguardia che non vengono utilizzati…

Francesca Ivol