Passeggiata rilassante o slalom gigante?

caccaSANTA MARINELLA – Il cane è il migliore amico dell’uomo e non c’è passeggiata più gratificante di quella che si fa con il proprio amico a quattro zampe, a piedi, sui pattini, correndo o guardando le vetrine. C’è però un oscuro demone che aleggia minaccioso sull’idilliaca situazione: l’inciviltà e la maleducazione dei padroni. I cagnetti, cuccioli o adulti, piccoli o grossi, atletici o pigri, hanno il banalissimo bisogno fisiologico di defecare e, per ovvie ragioni igienico-sanitarie, è bene che lo facciano lontano dal salotto di casa. Non avendo commesso il peccato originale e non provando quindi vergogna delle proprie nudità, hanno anche la liberatoria possibilità di fare i propri bisogni dove vogliono, scegliendo il luogo del fattaccio non in base alle regole di convivenza civile della società, ma in base ad una questione di territorio e di natura. Spetta poi agli amici umani ripristinare l’ordine sociale e attenersi all’educazione e alla civiltà del mondo umano eliminando le deiezioni canine dalla strada, dai marciapiedi, dall’erba dei parchi, dalla sabbia delle spiagge. Oltre ad essere una questione di educazione personale, è anche un’ obbligo etico e civico. Ma questo non sempre accade, soprattutto a Santa Marinella. Capita sovente di voler fare una salutare passeggiata e di ritrovarsi invece a fare lo slalom gigante tra i vari “ricordini” canini. Ieri mattina su un tragitto di circa un chilometro, ne abbiamo fotografati una trentina e visti almeno il doppio. Lungo l’Aurelia, dal fosso “Le Buche” al Porto, abbiamo incontrato “bisognini” di tutti i tipi, piccoli e disseminati per diversi metri, grandi e concentrati, alcuni coperti da un fazzolettino, alcuni mummificati e lì chissà da quanto tempo nonostante sia stato da poco approvato il nuovo piano per la pulizia delle strade, alcuni, più pudici, nascosti dietro un minimo di vegetazione, altri sotto il guarda-rail, i più atletici sulle aiuole dopo i muretti che delimitano l’inizio del marciapiede, i più disgraziati già schiacciati e quindi sagomati dalla suola della scarpa che sventuratamente ci è finita sopra (ma tanto si dice che porti fortuna), mentre i più spudorati al centro esatto del percorso. Forse i padroni erano distratti e non si sono accorti del regalino lasciato dagli amici a quattro zampe, ma forse anche no visto che spesso, accanto alle deiezioni, ci sono anche dei mozziconi di sigarette, fumate presumibilmente dai padroni mentre attendevano di poter ripartire. Gli escrementi canini vanno rimossi. Sono sufficienti una busta di plastica e una paletta per raccogliere le feci in modo pratico e igienico e gettarle nella spazzatura. È un’operazione rapida e indolore che fa guadagnare almeno dieci punti civiltà ai padroni e rende tutti più felici, specialmente gli sventurati che arrivano sempre dopo e, magari distratti, ci mettono il piede sopra, oppure chi non vuole o non può fare la gincana per evitarli e vorrebbe potersi godere la passeggiata ammirando magari il mare o altro. Questo è un problema diffuso che ha visto anche la nascita di una pagina facebook apposita: “Cacca e padroni distratti”, in cui fortunatamente si leggono commenti anche di chi si è convinto che sia un atto di civiltà tenere pulite le strade dagli escrementi del proprio cane. A livello locale i Sindaci hanno in genere adempiuto al Regolamento di Polizia Veterinaria emanando proprie Ordinanze applicative oppure dotandosi di specifiche previsioni restrittive in propri Regolamenti. Ad esempio nel comune di Baone chi non pulirà la cacca del proprio animale rischia una multa fino a 500 euro. A Roma l’Ordinanza è la n.46 del 22 aprile 2002 e prevede 103 euro per la sanzione, in Virginia è approdato in questi giorni in tribunale un procedimento legale a questo proposito. Sembra paradossale arrivare a chiamare la polizia e avviare il conseguente processo per una cacca sul marciapiede, ma in diversi luoghi, a Washington e anche in qualche comune italiano come Capri, sono arrivati ad adottare misure che possano collegare, tramite un test del Dna, l’animale, e quindi il suo proprietario, all’escremento, senza possibilità di errore. A Santa Marinella con Ordinanza n.132 del 13 giugno 2002, il Sindaco ha vietato l’accesso ai cani in tutti i giardini pubblici, ma non si trovano notizie riguardanti altre ordinanze che regolamentino la raccolta degli escrementi canini. Nella Perla del Tirreno questo problema è particolarmente sentito e crea grande disagio a cittadini e turisti, oltre che recare un danno di immagine non indifferente alla città. Appellandoci quindi all’autorità del Sindaco e alla buona creanza dei cittadini, in attesa di una presa di coscienza etica e comportamentale generale, suggeriamo ai podisti di stare attenti ai campi minati.

Francesca Ivol