L’allarme Oms: ogni anno l’inquinamento uccide 2 milioni di persone

inquinamento portoOgni anno oltre due milioni di persone nel mondo muoiono a causa dell’inalazione di particelle fini che inquinano l’aria. Questa la cifra allarmante, diffusa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, delle vittime dell’inquinamento: la maggioranza, secondo le ultime stime dell’Oms, nelle zone urbane dove il numero di decessi prematuri da attribuire all’inquinamento è stimato a 1,34 milioni (dati del 2008). Di questi più di un milione potrebbero essere evitati se i valori delle linee guida dell’Oms fossero rispettati, ma in media solo poche città hanno valori conformi alle raccomandazioni ed il numero di decessi riferibili all’inquinamento atmosferico in città è in aumento.
L’Oms ha fissato la soglia a 20 microgrammi per metro cubo, ma in alcune città la concentrazione può raggiungere circa 300 microgrammi. La Mongolia registra una concentrazione media annuale molto alta (279), come il Botswana (216) e il Pakistan (198). In Italia è di 37, meglio della Grecia (44) ma meno bene della Francia (27) o degli Stati Uniti (18).
Le particelle fini che inquinano l’aria provengono spesso da fonti di combustione quali le centrali elettriche a carbone ed i veicoli a motore, spiega l’Oms che per la prima volta ha raccolto dati sull’inquinamento atmosferico di 1.100 città di 91 Paesi, misurando la presenza di particelle PM10, di dimensioni pari o inferiori a 10 micrometri. Le particelle PM10 – spiega l’Oms – possono penetrare nei polmoni, entrare nella circolazione del sangue e provocare cardiopatie, tumori ai polmoni, casi d’asma e infezioni delle vie respiratorie inferiori.
L’esposizione a elevate concentrazioni di PM, le cosiddette polveri sottili, è un fattore di rischio per l’insorgenza o riacutizzazione di malattie respiratorie e cardiovascolari. Gli effetti prodotti e i meccanismi di azione dipendono dalla dimensione e dalla composizione chimica e microbiologica del particolato che si respira. Infatti, il particolato estivo, ricco di batteri che contengono endotossine, provoca la riacutizzazione di patologie respiratorie di tipo infiammatorio, mentre quello invernale, ricco di particelle ultrafini, che sfuggono ai processi di difesa, produce modificazioni nel controllo dei meccanismi cellulari, più evidenti sul lungo periodo per esposizione cronica (Scheda Ricerca Tosca con tutti i dati).
Sono questi, in sintesi, i risultati finali del Progetto TOSCA (Tossicità del particolato atmosferico e marker molecolari di rischio) presentati questa mattina presso l’Università di Milano-Bicocca. Lo studio è stato realizzato dal Centro Polaris (Polveri in Ambiente e Rischio per la Salute), diretto da Marina Camatini, presso il Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio dell’Università di Milano-Bicocca e sostenuto da Fondazione Cariplo.
Il Progetto Tosca è un progetto multidisciplinare durato tre anni, da giugno 2008 a giugno 2011, che ha indagato la tossicità del particolato atmosferico (PM) in ambiente urbano. Nel progetto, coordinato da Marina Camatini, professore ordinario di biologia cellulare all’Università di Milano Bicocca, sono stati coinvolti gruppi di ricerca con consolidata competenza in diverse discipline scientifiche (chimiche, biologiche, cliniche, epidemiologiche) che hanno consentito il raggiungimento di risultati scientificamente rilevanti e integrati.