“Amici miei”, ma erano usurai

CIVITAVECCHIA – Questa mattina, i finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di Roma hanno eseguito 2 arresti domiciliari e 5 misure dell’obbligo di dimora nei confronti di 7 persone, accusate di associazione a delinquere, mediazione usuraria, abusiva mediazione creditizia e falso. Nel corso delle operazioni sono state eseguite anche perquisizioni presso abitazioni e attività commerciali.

I soggetti colpiti dalle misure – C.S. e C.P., padre e figlio, D.G., C.F., tutti di Civitavecchia (RM), A.F. e N.G. di Soriano nel Cimino (VT) e B.T. di Roma – operando abusivamente nel mercato creditizio dal 2011, riuscivano a far ottenere prestiti, da parte delle finanziarie o delle banche, a clienti che, per il grave stato di difficoltà economica in cui versavano, si sarebbero sempre visti negare l’accesso ai finanziamenti.
Naturalmente, caro era, per il cliente, il prezzo da pagare: a fronte della mediazione prestata (con la formula del “tutto incluso”), i membri dell’associazione criminale chiedevano, infatti, una percentuale – variabile a seconda della “difficoltà” della pratica da “sbrigare” – pari anche al 20% dell’importo concesso; a tale somma erano poi da aggiungere gli interessi legali, comunque spettanti alle finanziarie o agli istituti di credito.
L’attività investigativa – durata oltre un anno e chiamata “Amici miei”, proprio per la fitta rete di amicizie attraverso la quale venivano individuati i clienti e veicolate le pratiche per la concessione dei finanziamenti – è stata inizialmente incentrata sui titolari di una Agenzia finanziaria di Civitavecchia, nota sul posto (ma abusiva), e sul direttore di filiale di una banca preposto alla concessione dei finanziamenti al consumo per conto dell’istituto di credito.
Lo sviluppo delle indagini ha poi portato i finanzieri sulle tracce degli altri componenti dell’associazione – tutti raggiunti, oggi, dai provvedimenti cautelari e coercitivi disposti dal GIP del Tribunale di Civitavecchia – e di altri 8 soggetti, anch’essi denunciati, i quali, regolarmente iscritti nei previsti elenchi ed operanti a vario titolo nella concessione del credito, si sono resi responsabili del concorso nell’abusiva mediazione creditizia.
Le pratiche di finanziamento, non potendo risultare curate da una agenzia, in realtà, abusiva, venivano sottoscritte da persone compiacenti, dipendenti o titolari di agenzie submandatarie delle stesse finanziarie, a cui venivano inoltrate, per l’approvazione, le richieste di finanziamento.
Il valore aggiunto dell’Agenzia di Civitavecchia, rispetto alle altre concorrenti sul territorio, risultava essere l’elevatissima percentuale di pratiche andate a “buon fine”; risultato quest’ultimo assicurato, oltre che dai buoni uffici presso le finanziarie, dalla costante pratica di alterare le buste paga o di creare false attestazioni reddituali – condizione indispensabile per l’erogazione del finanziamento.
Le indagini sono state coordinate dal procuratore Capo della Repubblica di Civitavecchia – dott. Gianfranco Amendola e dirette dal Sostituto Procuratore – dott. Lorenzo Del Giudice.