Una passeggiata nella memoria grazie ai “Servitori dell’Arte” di Ladispoli

LADISPOLI – Grande successo per la “Passeggiata nella Memoria” dello scorso 27 Gennaio, evento organizzato dalla Compagnia Teatrale “I Servitori dell’Arte” di Ladispoli, presso il Ghetto ebraico di Roma.
Un doppio appuntamento, alle ore 16:00 e alle ore 18:30, che ha registrato il tutto esaurito in una ricorrenza dal forte impatto storico, umano ed emotivo come quella della Giornata Internazionale della Memoria.

Una guida, preparata e accorta, ha accompagnato i partecipanti in un viaggio a ritroso nei secoli, alla scoperta delle origini dell’attuale area del Ghetto. Parallelamente, la storia della Comunità ebraica a Roma, una storia segnata fin dal II secolo a.C. da un destino altalenante: dall’ostracismo all’emancipazione precipitata nell’irrazionalità antisemita del ‘900.

E’ stato un sabato pomeriggio all’insegna non solo della storia, ma anche della riflessione e, soprattutto, della memoria; una memoria che si è materializzata, ha preso forma ed è tornata a percorrere le vie, i vicoli e le piazze del Ghetto ebraico di Roma, indelebilmente impregnati, in ogni muro, in ogni mattone, in ogni sampietrino, dei frutti dell’odio razziale. Nella difficoltà, lecita e fisica, di comprendere come certe pagine della storia abbiano davvero potuto essere scritte, consapevoli che “se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” (cit. Primo Levi), I Servitori dell’Arte hanno accompagnato i partecipanti attraverso un varco spazio temporale, invisibile e sottile, a designare quanto una distanza fisica dai cruenti fatti di allora sia solo ipotetica e tutto continua, in realtà, a riguardarci da vicino, nel qui e ora.

Con naturalezza, la stessa naturalezza che è propria delle scene di vita quotidiane, gli attori della Compagnia Teatrale de “I Servitori dell’Arte” hanno sfumato e dato voce, da Via del Portico d’Ottavia a Piazza Gaj Tachè, passando per Piazza Mattei, in un percorso che si è snodato attraverso Via della Reginella, Piazza delle Cinque Scole e Via Catalana, a intensi spezzoni di vita reale, rendendo tangibile con mano ogni singola emozione espressa o soffocata nei drammatici istanti che dal 1938 al 1943 hanno trapassato l’anima del Ghetto ebraico di Roma.

Settimo Calò e Settimia Spizzichino, solo due nomi tra tanti, due storie nell’eco di un sabato nero di barbarie che ha tragicamente inciso la vita di intere famiglie, segnandole per sempre. Storie di uomini, donne e bambini, storie di gente comune, storie di amicizia, affetto e sincera fratellanza, come quella della “Matta di Trastevere”, donna che ha perso la vita nel disperato tentativo di mettere in salvo i suoi amici ebrei.

Con i partecipanti stretti in un simbolico abbraccio collettivo, la “Passeggiata nella Memoria” si è conclusa in Piazza Gaj Tachè con la lettura di un famoso passo dell’autore Primo Levi, sopravvissuto ad Auschwitz e padre dell’opera autobiografica “Se questo è un uomo”.

A fare da scenografia di sfondo un cielo spento e riservato, che in più occasioni, come una leggera carezza, ha accolto le lacrime di tutti quegli sguardi che, anche solo per un attimo, hanno cercato riparo nel suo blu. Oggi come ieri.