Una impresa sulle Ande: i protagonisti si raccontano

cordigliera andeCIVITAVECCHIA – L’Asd Athlos Club Civitavecchia, affiliata alla Federazione Arrampicata Sportiva Italiana Fasi, il Comune di Civitavecchia – Assessorato alla Cultura e Assessorato allo Sport – con il Patrocinio del Comitato provinciale Coni di Roma e del Club Alpino Italiano Sezione di Roma, hanno organizzato per sabato 5 febbraio, alle ore 18:00 presso la Biblioteca comunale in Piazza Calamatta, la proiezione di un film documento su una spedizione alpinistica di una vetta inviolata nella Cordillera Blanca peruviana. La proiezione sarà presenziata dagli alpinisti protagonisti dell’impresa. Nello specifico il film-documento racconta le cordate degli alpinisti sul Nevado Shaqsha  dalla Qebrada Rurec, dove nel maggio 2010 hanno aperto due nuove vie per la spedizione italiana “Cordillera 2010”,  raggiungendo una vetta inviolata a oltre 5000 metri, utilizzando materiale in gran parte trasferiti con aerei, pullman, jeep, muli e cavalli fino ad arrivare al campo base a quota 4.100 circa, nel campo avanzato e per i bivacchi in parete. Andrea Di Donato, Roberto Iannilli e Ivo Scappatura hanno aperto “El sueño de los excluidos” (1440m, max VII/VII+ e A2) sulla parete sud-est della Punta a quota 5040m del Nevado Shaqsha (Quebrada Rurec Valley, Huantsàn, Cordillera Blanca, Perù). Nello stesso periodo, sempre sulla stessa Punta ma sulla parete Sud, Luca D’Andrea e Massimo Massimiano hanno aperto “La Teoría de la gota de agua” (800m, max VII- e A2). Due vie nuove che raggiungono una Punta, mai scalata in precedenza, del bellissimo Nevado Shaqsha (5703m, massiccio dello Huantsàn, Cordillera Blanca, Perù). Il tutto in quella Qebrada Rurec che in molti descrivono come un autentico “Yosemite” Sudamericano. E’ questo il risultato della spedizione composta da Andrea Di Donato di Castelli, Teramo, Giuseppe Trizzino fotografo di Grenoble www.g-prod-z.com e romano da un po’ di anni, Ivo Scappatura di Civitavecchia, Luca D’Andrea e Massimo Massimiano entrambi di Sulmona e Roberto Iannilli di Ladispoli. Per la città di Civitavecchia non è usuale avere suoi alpinisti in attività extraeuropee in zone non frequentate e che hanno scalato enormi pareti di granito e di elevata difficoltà considerando anche l’inverno peruviano a circa 5.000 metri. Si consideri inoltre che alcune vette non sono mai state raggiunte e che la spedizione era volta anche all’apertura di nuove vie di almeno 1000 metri. E’ stata una situazione particolare ed impegnativa dove è risultata fondamentale un’ottima forma fisica e necessaria esperienza e preparazione. Con questa iniziativa si vuole avvicinare gli sportivi civitavecchiesi e soprattutto i giovani  ad un diverso modo di vivere lo sport, alla ricerca di un proprio stile di vita, in una fase durante la quale la personalità, dal punto di vista emotivo, è disarmonica sia nei confronti di se stessi che dei coetanei e risultano essere plastici e sensibili a tutti gli impulsi, sia positivi che negativi.