Federalismo demaniale: ecco i beni che lo Stato trasferirà al Comune

ospedale vecchioCIVITAVECCHIA – Reso noto dall’Agenzia del Demanio l’elenco dei beni patrimonio dello Stato. Un censimento propedeutico all’attuazione del federalismo demaniale che ha interessato tutte le città d’Italia. Nell’elenco stilato non sono presenti i beni in uso alle Pubbliche Amministrazioni né quelli appartenenti al Demanio Storico Artistico. Consistente l’elenco di beni che insistono su Civitavecchia e suddivisi in tre categorie: beni oggetti di intese con gli enti territoriali, luoghi di culto e altra tipologia di patrimonio. Nella prima troviamo l’ex caserma Menabrea in via Amba Aradam e l’ex Deposito munizioni sulla Braccianese Claudia; nella seconda invece la Chiesa di S. Nicola in piazza Leandra. Molto più corposo invece l’elenco di beni catalogati come “altri”. Vi troviamo infatti ben 24 immobili, così suddivisi: l’ex Ospedale militare (nella foto) ed ex Infermeria presidiaria di Piazza Calamatta, il cantiere S. Gordiano alla Punta del Pecoraro, l’ex carcere di via Granari, il Muraglione della Marciaronda alla Calata Principe Tommaso, le ex case per “Alloggio dei profughi” in via Centocelle, l’ex “Casa per reduci” in via Matteotti, quindici abitazioni ex “case malsane” nel quartiere De Sanctis, le ex “Case per senza tetto” in via S. Barbara, l’ex “Relitto stradale” di viale Matteotti angolo con via Etruria, l’area stradale “Via Bariglione” in via Garigliano, la cabina elettrica in via Cavalieri di Malta, l’ex Poligono della Mattonara in via Aurelia Nord, un appartamento di via Arno 47, l’area sdemanializzata ex “alveo fossetto” in via Lepanto, il Poligono del genio militare a Pian del Termine e infine il compendio immobiliare Casal Umbroso in via Aurelia nord.
Tutti questi beni, secondo quanto previsto dal federalismo demaniale, saranno trasferiti a titolo non oneroso al Comune di Civitavecchia che però, in caso di dissesto non può prevedere alcuna loro alienazione. La gestione di tali beni prevede al contrario il loro utilizzo “nell’interesse della collettività rappresentata, promuovendo la massima valorizzazione funzionale del bene attribuito, a vantaggio diretto o indiretto della collettività territoriale rappresentata”.