Civitavecchia festeggia l’Europa e la solidarietà

conferenza stampa cittadellaCIVITAVECCHIA – Inaugurata stamattina con un incontro aperto alla Cittadella della musica di Civitavecchia la due giorni dedicata alla festa dell’Europa e all’anno europeo del volontariato. In un periodo in cui ci si interroga se sia ancora utile e opportuno parlare di Europa, Civitavecchia ha deciso di festeggiarla per la prima volta grazie all’iniziativa dell’associazione Archè, ai finanziamenti della CaRiCiv, al patrocinio della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, della Regione Lazio e del Comune di Civitavecchia. “Le associazioni di volontariato spesso supportano le istituzioni là dove esse non riescono ad arrivare” ha affermato il Consigliere alla III Circoscrizione Emanuela Mari, “Noi ci siamo – le parole della delegata alle Politiche Giovanili del Comune di Civitavecchia Simona Galizia – perché bisogna condividere le attività oltre i problemi”. Il nove maggio è la festa dell’Europa, la celebrazione di quel  9 maggio del 1950 in cui il ministro francese degli affari esteri Robert Schuman presentava la proposta di creare un’Europa organizzata, indispensabile al mantenimento di relazioni pacifiche fra gli Stati che la componevano con la proposta, denominata appunto “Dichiarazione Schuman”, considerata di fatto l’atto di nascita dell’Unione Europea. E in Italia, come in Europa, il volontariato è un elemento fondante per lo sviluppo della società civile e per il consolidamento della vita democratica ed è una delle dimensioni fondamentali della “cittadinanza attiva”. E proprio a quella cittadinanza attiva nel volontariato si è rivolto l’incontro di oggi, improntato a un’esortazione alla cooperazione tra le varie associazioni di per “lavorare in sinergia – ha affermato anche l’avvocato Cacciaglia, presidente della CaRiCiv – evitando progetti fotocopia e dispersione di denaro e persone”. Soddisfatto il presidente dell’associazione Archè Alessio Romagnuolo, che ha dichiarato: “Al cuore della città abbiamo voluto chiamare il cuore della città per stilare, alla fine di questa due giorni, un documento guida delle necessità prioritarie del paese perché questo più che una festa è un momento di riflessione perché dobbiamo incominciare a vederci come una comunità e agire come tale, evitando le divisioni interne che ad oggi ci hanno impedito spesso di attingere alle opportunità dell’Europa”. Sull’argomento è intervenuto anche il Vescovo della Diocesi di Civitavecchia e Tarquinia, S.E. Mons. Luigi Marrucci che, dopo aver visitato le associazioni clericali di volontariato della città, ha riscontrato “una profonda disunione. In questo modo tornando a casa ognuno rimane quello che è, solo con la comunione di intenti e azioni tornando a casa ognuno diventa quello che è più gli altri. Solo così si elimina la conflittualità, mettendosi al servizio degli altri”. Il sindaco Moscherini ha ribadito il futuro posto d’onore di Civitavecchia nel Mediterraneo e in Europa grazie al porto e alla ridistribuzione delle risorse che si renderà necessaria a breve. “La capacità che dobbiamo avere con la solidarietà europea e mediterranea – il suo intervento – è quella di ripensare alla redistribuzione del surplus. A Civitavecchia abbiamo sperimentato la solidarietà dando alloggio ai tunisini nelle scorse settimane e dando così una lezione di carità cristiana all’Europa intera. Una caserma abbandonata da cinque anni è stata resa operativa con un preavviso di sole 24 ore e questo non sarebbe stato possibile senza l’aiuto delle associazioni di volontariato che hanno lavorato insieme per uno scopo comune. E proprio così unite dovrebbero collaborare sempre, il mondo associativo deve diventare una rete, lontana dalle attuali monadi che procurano solo dispersione economica”. Il Sindaco ipotizza anche una Casa del volontariato in cui i servizi siano a disposizione di tutti per diventare più europei e più solidali. Anche l’onorevole Carlo De Romanis, vicepresidente Commissione Affari Costituzionali e Internazionali della Regione Lazio, ha lanciato un appello all’unione, alla compattezza, sia delle associazioni che delle istituzioni ma soprattutto della nazioni all’interno dell’Europa. “L’Europa è debole – ha affermato De Romanis – non compatta, si preoccupa di cose non importanti come le etichette sui prodotti alimentari e non sa affrontare vicende particolari che ormai è impossibile gestire da soli, come l’immigrazione. L’Unione Europea pone al centro della propria azione politica l’individuo, così come le associazioni di volontariato. Festeggiamo dunque l’Europa, ma anche il volontariato perché essa è nata per la solidarietà delle nazioni e quindi degli uomini”. L’Europa comporta problemi e responsabilità ma anche tantissime opportunità, e questa due giorni di festa e riflessione invita tutti a pensarci.