“Nessuno vuole una guerra tra poveri”

LADISPOLI – Nel premettere che il problema relativo l’adeguamento alle nuove norme imposte dalla legge 219/2005 non riguarda solo l’Avis di Ladispoli ma tutti i centri trasfusionali italiani e addirittura investe la ASL Roma F che si vedrà costretta, da quanto ci è dato conoscere, a chiudere il centro trasfusionale dell’ospedale San Paolo, chiariamo che non si tratta di non voler ascoltare il “grido d’allarme” ma di affrontare un problema di carattere squisitamente sanitario che non può essere risolto dalle amministrazioni comunali.Il Sindaco Paliotta ha chiesto alla Asl di prendersi carico del problema e, malgrado una iniziale disponibilità del Capo Distretto per l’utilizzo dei locali del Poliambulatorio, sembra che le norme tecniche previste da questa legge non garantiscano nemmeno l’agibilità per le trasfusioni per i locali del Poliambulatorio. Analoghi problemi si registrano in altri comuni e ciò a conferma che non dipende dalla volontà dell’Amministrazione Comunale che comunque ha messo a disposizione dell’associazione i locali di proprietà siti in via Venere a Marina di San Nicola ma, come detto dalla dirigenza dell’associazione, non idonei per la fruibilità dei donatori. “Siamo in attesa di una risposta ufficiale da parte del Direttore Generale – ha commentato il primo cittadino – al quale abbiamo girato il quesito e, non appena avremo notizie, sarà nostra premura diffonderle e comunicarle ai responsabili dell’Avis locale”.Proprio questa mattina il Direttore Sanitario ha comunicato che il prossimo venerdi è convocata una riunione a Civitavecchia alla quale sono invitate a partecipare le Avis del territorio al fine di esaminare le possibilità future. Onde evitare il diffondersi di inutili polemiche e commenti, segnala che è il caso di ricordare che, mentre Ladispoli ha dovuto con importantissimi sforzi economici provvedere alla costruzione di scuole che permettessero lo svolgimento dignitoso delle lezioni ai ragazzi, altri comuni si trovano nella condizione di non avere più alunni e quindi possono destinare locali alle associazioni che li richiedono. Non si intende aprire una guerra fra poveri, questo è certo, e non si vuole assolutamente sminuire la grandissima opera svolta dall’Avis ma ognuno deve rispondere per la propria competenza e l’emergenza sangue, che sicuramente è un tema che riguarda ogni singolo cittadino, non si può pretendere sia risolta da un comune dato che investe pienamente il settore della sanità pubblica: è come se si pretendesse che il comune di Ladispoli provvedesse a costruire, attrezzare ed assumere personale per un ospedale. Tutti speriamo che l’Avis di Ladispoli, al pari delle altre Avis italiane, possa continuare la sua opera meritoria della quale molti cittadini hanno beneficiato ed alla quale vanno tutti i nostri ringraziamenti e il nostro apprezzamento ma le norme sono molto chiare, come altrettanto chiara è la legge che richiama le competenze in capo al Ministero della Salute e quindi alle Regioni (e quindi alle ASL).Attendiamo la riunione indetta per la fine della settimana.

L’Amministrazione Comunale