CERVETERI – Bracciano e le caserme, un binomio che data più di un secolo, da quando la cittadina venne scelta per una scuola di artiglieria che negli anni ha attirato sul territorio moltissimi italiani. Con la leva volontaria cambia però l’impiego delle caserme e a Bracciano alcune strutture
militari sono in parte inutilizzate. Perché allora non farne spazi ad uso pubblico? Una straordinaria opportunità è arrivata ora da quello che è stato denominato “federalismo demaniale” così come è stato normato dall’articolo 56 bis del Decreto del Fare. Il Comune di Bracciano ha colto questa opportunità ed entro il 30 novembre, il termine indicato, ha inoltrato una formale richiesta per il trasferimento a titolo non oneroso di alcuni beni demaniali presenti sul territorio. Tra questi senz’altro è di grande rilievo è la richiesta riguardante una parte della caserma Cosenz posta nel centro cittadino. Sono stati richiesti in particolare, con accesso da via Aurelio Saffi, il piazzale, l’area posteriore adibita a parcheggio e i due fabbricati già impiegati come depositi e magazzini. Un’altra richiesta riguarda il terreno per l’estensione di circa 1 ettaro oggi ricadente nel perimetro della struttura militare che fa angolo tra la Braccianese e via Arturo Perugini di fronte alla caserma dei carabinieri. Si tratta in particolare dell’area dove oggi è collocato in mostra un cannone. Una terza richiesta riguarda il terreno della dismessa polveriera dell’estensione di circa 6 ettari che si trova sulla stessa via dove è oggi collocato l’ecocentro comunale.
“Con questa normativa si è data la possibilità ai comuni di chiedere dei trasferimenti. Queste sono le richieste da noi fatte sulle quale stiamo attendendo ora una risposta dall’Agenzia del Demanio. La possibilità di disporre di un’area come quella della caserma Cosenz rivestirebbe una grande importanza in quanto, in un’ottica di ricucitura del tessuto urbano, ci potrebbe consentire di ideare e progettare una nuova piazza, di impiegare gli spazi per attività associative e culturali oltre che per ricavare nuovi posti auto per la sosta”.