Il tempo delle parole

Ci innamoriamo,
siamo lì che cantiamo arrotolando tra i denti il ritmo del nostro battito fuori tempo, sorridendo, nemmeno contiamo quanti afflati, quanto il nostro carico cuore ha battuto a ritmo frenetico, poi arriva il tempo pallido delle parole.

Le parole non “significano” nulla diventano solo contenitori di sensazioni ed emozioni,
le emozioni!!! Quelle sì che contano, pesano, rimangono, resistono, costruiscono.

Le parole ti difendono, mettono una barriera di suoni, le parole si sostituiscono all’essere vicino, sono più facili da spendere, le parole sono dette e quando escono dalla bocca chi le pronuncia avverte un senso di felicità ed appagamento.

Ma l’Esserci no… l’Esserci comporta un “sentirsi”, l’Esserci fa spostare il baricentro, l’Esserci dimostra che vuoi che PUOI, l’Esserci manifesta la tua libertà di esporti, le parole sono facili, le parole sono come un canto lanciato nell’aria, un suono di cui si bea il cantore.

L’amore chiede solo ciò che è e non quello che dice, l’amore chiede vicinanza di cuore non parole di cuore, l’amore vuole per sé non per lasciare detto.

L’amore fa del bene, non “dice” bene, e quante volte costruiamo e distruggiamo solo con parole, solo per non esporci a petto fuori, solo per nasconderci. Le parole piacciono a tutti perché inorgogliscono, perché danno conferma evidente … l’ho detto- quindi E’ !!!! – L’azione il mettersi “a disposizione” il domandarsi l’altro chi è, cosa lo renda felice, cosa lo turbi, è tutt’altro.

La società del social impone le parole, ruoli, rigidità, pregiudizio, autoreferenzialismo, chiusura, ci creiamo un’illusione credendo che dire senza fare sia comunque andare incontro agli altri, tempo fa mi dicevo che il male del secolo sarebbe stato la “solitudine umana”, oggi aggiungo che il pericolo straziante e pericoloso come una lancia acuminata, sia l’avvilupparsi nel proprio mondo fatto di cicatrici, di rigore, di abbandono dei sogni e di malinconico cinismo.

I parolieri, come circensi impomatati che con narciso ghigno attendono i plausi per le forbite ed attente Parole, in realtà sono i reali spettatori della commedia teatrale.