Disperata protesta dei fratelli Podda

TARQUINIA – Sono arrivate le ruspe. E la protesta, come prevedibile, si è fatta drastica, pronta a sfociare anche in gesti estremi. Protagonisti i fratelli Bernardo e Patrizio Podda, proprietari del chiosco di vendita di formaggi e generi alimentari situato all’incrocio tra l’autostrada Civitavecchia-Roma e la strada statale Aurelia, nel territorio del comune di Tarquinia, ai quali è stata notificata una settimana fa un’ordinanza di sgombero a cui non vogliono assolutamente cedere. Da alcune ore è in corso un sit-in e salvare l’azienda, oltre che i posti di lavoro.
Infatti, sul tratto di terreno dove da ben ventuno anni sorge il chiosco, deve passare il tracciato dell’autostrada Civitavecchia-Livorno realizzato dalla Sat, la società autostrada tirrenica.
“La nostra battaglia – dichiarano i fratelli Podda – è in difesa del lavoro, nostro e dei nostri dipendenti. Inoltre, la comunità cittadina perderà un punto di riferimento, una rivendita di prodotti tipici locali che è un fiore all’occhiello per tutto il territorio.”
Infatti, l’azienda agricola produce in proprio formaggi e latticini di qualità. “Innanzitutto ringraziamo i cittadini per la solidarietà che ci stanno dimostrando – dichiarano i Podda – chi sta partecipando fisicamente al sit-in e quelli che telefonicamente o di persona ci dimostrano affetto e amicizia. Con la costruzione dell’autostrada erano stati promessi centinaia di posti di lavoro. La grande bugia è stata ormai svelata: i posti di lavoro per i tarquiniesi non ci sono, anzi quelli esistenti si perdono, come accadrà a noi e alle persone che lavorano nella nostra azienda. Inoltre – continuano – un aspetto da non sottovalutare sarà il problema della viabilità che sarà completamente stravolta, costringendo chi abita nella zona a percorsi alternativi assolutamente inadeguati e pericolosi. La costruzione dell’autostrada ha deprezzato di fatto il valore delle abitazioni, delle aziende agricole e delle attività commerciali che sorgono lungo la statale Aurelia. Quest’ultima sarà ‘cancellata’ e da strada pubblica e gratuita diventerà autostrada privata soggetta al pagamento di un salato pedaggio. Infine, desta molta sorpresa il fatto che alcuni cittadini sembra siano stati indennizzati mentre altri non hanno visto l’ombra di un risarcimento”.