CIVITAVECCHIA – Forse pochi sanno che in una zona compresa tra la località Pian dell’Organo e Spizzicatore c’è una miniera abbandonata da dove, fino a pochi decenni orsono, veniva estratto lo stronzio o meglio, un minerale contenente stronzio, la celestina che è, mineralogicamente parlando, un solfato di stronzio.
Per tanti anni, forse all’insaputa dei più, noi siamo stati i più grossi produttori ed esportatori di stronzio in Europa. Lo stronzio civitavecchiese si dice varcasse anche l’oceano per approdare in America.
Ma, haimè, c’era un problema: il minerale non era puro, ma la celestina si estraeva unitamente alla baritina (solfato di bario), minerale più comune e noto a chi, purtroppo, deve subire esami radiografici allo stomaco o clismi opachi. Difatti il solfato di bario è quel classico bibitone che si deve ingurgitare sia per via orale che altra via, per effettuare radiografie a contrasto.
Il problemaccio è che, sia la celestina che la baritina, hanno il peso specifico quasi identico, per cui non era possibile separare i due minerali con metodi meccanici od altro. Allora non v’era soluzione, peraltro economica, in quanto il costo della manodopera era basso, che di separare lo stronzio a mano.
Purtroppo i tempi poi cambiarono, vennero scoperti in Messico e altrove giacimenti di celestina pura e lo stronzio civitavecchiese perse competitività sul mercato. Non fu più un affare separarlo a mano e l’attività estrattiva terminò.
Non sono noti i dati geo-minerari sull’entità del giacimento. Quanto stronzio abbiamo ancora nel nostro sottosuolo? C’è poi una considerazione finale da fare. La celestina è un minerale di origine evaporitico-idrotermale vale a dire appartenente alla fase terminale del vulcanesimo dei monti Cimini. Studi ormai consolidati hanno appurato che le rocce vulcaniche (tufi e tufiti) posseggono una variabile percentuale di radon, elemento chimico pericoloso per l’uomo. Difatti tutto il territorio viterbese e limitrofo possiede un cosiddetto “fondo naturale” radioattivo superiore alla media. Non esistono pubblicazioni o ricerche sugli eventuali effetti negativi dello stronzio sull’uomo. Auguriamoci che, almeno con questo, la natura sia stata benevola con noi civitavecchiesi: già a causa della elevata quantità di iodio siamo irascibili…….ci mancherebbe anche lo stronzio!!!
Francesco Cristini – Estratto dal Bollettino n° 6 del dicembre 2006 della Società Storica Civitavecchiese