CIVITAVECCHIA – C’è chi alla sauna e al bagno turco preferisce un metodo più economico. O meglio, c’è chi ci si trova costretto in questo metodo, due volte al giorno per almeno cinque giorni alla settimana. Sono i pendolari che per tutta l’estate e nonostante la torrida calura degli ultimi giorni hanno affrontato il terribile incubo dei treni regionali due volte al giorno. Pare che sui suddetti treni – che si tratti di vecchi espressi o di tav – l’aria condizionata sia considerata un vero e proprio optional: “credo di averla trovata sì e non due volte in tutta l’estate – ci spiega un accaldato passeggero appena sbarcato con il treno delle 18.20 – “anzi, a pensarci bene, una volta sola”. Treni affollati dunque (questa settimana il flusso “pendolaristico” è rientrato quasi nella norma) carrozze maleodoranti e per giunta bollenti. “Il viaggio di ritorno a Civitavecchia ogni giorno è un esodo – ci spiega una signora – il caldo infernale e i puzzolenti sedili in pelle che non aiutano”. Come se non bastasse, a rendere il viaggio ancora più avventuroso ci si “mette”la sfortuna: quella di capitare in carrozze che, pur senza aria condizionata, hanno i finestrini sigillati. I pendolari si sfidano a colpi di malasorte ( a tutti quelli a cui chiediamo è capitato almeno una manciata di volte): destino beffardo o inefficienza dilagante dei nostri treni? La risposta non è difficile, se si guarda a tutti gli altri difetti di fabbrica che, salendo a caso su una carrozza qualsiasi, si possono incontrare: sedili rotti, porte non funzionanti, bagni inagibili, illuminazione intermittente specie quando ce ne sarebbe più bisogno, come nel caso dei treni che viaggiano a notte fonda. Per il momento, per risolvere l’imminente problema del caldo, non resta che confidare nel tempo e affidarsi alle previsioni meteorologiche: o prenderla con spirito (finché la pazienza regge) e convertire le sudate dopolavoro in economiche saune collettive.
Francesca Montanino