Secondo la FAO – l’Organizzazione dell’Onu per il Cibo e l’Agricoltura – ogni anno oltre un miliardo di cibo viene buttato nella pattumiera: ciò equivale a ben un terzo del consumo alimentare. Come si può immaginare, la differenza tra i Paesi ricchi e il Terzo Mondo è alquanto abissale: in Europa, infatti, lo spreco alimentare pro capite ammonta anche a 115 kg annuali, ovvero lo stesso “spreco” che in Africa si traduce “produzione alimentare”. Questi dati sono stati presentati nel corso del congresso internazionale “Save the food!” (letteralmente “salva il cibo!”) che si è tenuto il 17 maggio a Dusseldorf. La FAO al congresso ha infatti presentato i dati relativi al rapporto commissionato per evidenziare lo spreco alimentare mondiale: le perdite alimentari, purtroppo, si possono verificare durante la produzione, il raccolto o anche la successiva lavorazione del cibo e ciò accade principalmente nei Paesi più poveri, a causa delle scarse tecnologie e del poco capitale a disposizione nel settore agroalimentare.
Al contrario – commenta Emanuele Lopes, rappresentante della Lega della Terra Cerveteri – nei Paesi industrializzati, come ad esempio l’Italia, ci sono tutti gli strumenti necessari ai procedimenti agricoli. Con questo non sto dicendo che l’Italia produce più del dovuto, ma che a causa di promozioni pubblicitarie accattivanti, i cittadini sono portati ad acquistare più cibo di quello che necessitino davvero per il proprio fabbisogno. Ciò comporta che spesso ci ritroviamo nel frigo e nelle credenze troppo cibo, che poi gettiamo poiché non più commestibile: mi riferisco soprattutto a prodotti freschi, frutta e verdura. Pensate che l’Italia nel corso dello scorso anno ha gettato 454 euro di cibo. Per ovviare a questo grave problema, che oltretutto compromette ancor di più il grave stato d’inflazione che svuota facilmente le nostre tasche, abbiamo pensato alla creazione di un vero e proprio banco alimentare a Cerveteri, che possa recuperare le eccedenze alimentari per poi ridistribuirle ad enti caritativi od altre associazioni similari. Questo progetto può aiutare davvero tanta gente che nel 2011 si trova in uno stato economico disagiato e troppa gente che è vittima del marketing pubblicitario, che come dice la parola stessa ‘marketing’ (mercato, nel senso economico del termine) ha il solo scopo di vendere, di guadagnare alla faccia di chi fa sacrifici per portare avanti la propria famiglia. Mi rivolgo ai vari enti presenti sul territorio cerite, che sicuramente comprendono lo stato degli sprechi inutili e che spero vogliano sposare la nostra proposta”.