In un anno l’autovelox di Torrimpietra ha fatto strage di 40.000 automobilisti

via aureliaFIUMICINO – E’ ancora lontana dal concludersi la vicenda degli autovelox gestiti dal Comune di Fiumicino che da più di un anno stanno facendo strage di automobilisti lungo la via Aurelia. Una sfilza di multe salatissime che hanno scatenato la reazione delle vittime, riunitesi in Comitato del Patto per Torrimpietra, e promotrici di varie azioni legali nei confronti del Comune. A fare il punto della situazione è il portavoce del Comitato Marco Dominici.

Sig. Dominici, in estrema sintesi, cosa s’intende per lo “Scandalo-Torrimpietra”?

“E’ una vicenda che ha come protagonista il Comune di Fiumicino, che ha posizionato degli autovelox in vari contesti, tra cui il 28° km della via Aurelia, all’altezza dell’antico borgo di Torrimpietra, apparecchi che nel giro di pochi mesi hanno rivoluzionato l’esistenza di una fetta consistente del territorio laziale e non solo. In particolare, l’apparecchio protagonista della vicenda è stato installato (o meglio reso operativo) il 18 maggio 2009”.

Perché usa il termine “rivoluzionato”?

“Perché il numero delle persone, e quindi delle famiglie, implicate è risultato impressionante fin da subito, paventando un’anomalia che poi si è rivelata essere effettivamente tale. Inoltre ogni famiglia è stata colpita ripetutamente e ritmicamente fino a collezionare notifiche a due cifre. Consideri che, facendo due calcoli statistici di carattere spannometrico, a fine-ottobre 2009, ovvero il periodo dello startup, erano già circa 40.000 le persone colpite”.

Perché parla di startup a fine ottobre 2009?

“Questa è una delle prime caratteristiche peculiari della vicenda. Il Comune di Fiumicino, utilizzando in modo borderline il Codice della Strada dell’epoca (art. 201 D.Lgs. n. 285/1992), ha notificato le infrazioni (o presunte tali) in prossimità dei fatidici 150 giorni che avrebbero fatto scattare la prescrizione. Da un nostro studio statistico si evince la scientificità di questo modus operandi. Tutto ciò in totale contraddizione con la tanto sbandierata volontà di fare prevenzione da parte del Sindaco e dei suoi Assessori in quanto, per evitare la reiterazione dell’infrazione, sarebbe stato doveroso avvertire i supposti rei nel più breve tempo possibile, e ai nostri tempi non mancano certo i mezzi di comunicazione ultraveloci”
 

Appunto, borderline, ma ancora “dentro le regole”…

“A prescindere dal fatto che un comportamento di una Pubblica Amministrazione dovrebbe essere quanto meno credibile e coerente, si dovrebbero lasciare insomma messaggi validi, c’è da dire che poi, per un comportamento ‘al limite’, ce ne sono 10 completamente al di fuori di esso!”.
 

Quali, per esempio?
 

“Mi sia consentita una premessa: gli esseri umani hanno da secoli impostato il loro comportamento su due tipi di regole, il buon senso e i Codici scritti (civili, penali, etc), da sempre applicate in modo equilibrato per il quieto vivere. Nel momento in cui si stabiliscono le cosiddette regole di ingaggio, diventa impossibile scegliere di ‘pescare’ la regola di qua o di là, di volta in volta con metodo puramente opportunistico. Mi spiego con un esempio: nella vicenda Torrimpietra si sarebbe potuto osservare un minimo di buon senso, evitando di sanzionare coloro che avessero superato i limiti di pochissimi (al limite 1) km/h. A questa osservazione è stata contrapposta da parte del Comune di Fiumicino, la necessità del ricorso, rigidamente, al Codice della strada: ma questo è un clamoroso autogol, in quanto la segnaletica, fino all’inizio di febbraio 2010, era assolutamente fuori da ogni regola: in particolare, venendo dall’Ospedale Bambin Gesù e giungendo fino al fatidico incrocio tra la via Aurelia e via Ottaviano Petrucci, verso Roma, non vi era alcuna indicazione di ingresso ad un centro abitato (documentato adeguatamente), conditio sine qua non affinché si potesse essere consapevoli di compiere un’infrazione. Ripeto: il buon senso impone di essere cauti con la velocità, ma 54 km/h in certi casi potrebbero essere adeguati, quindi se si è rigidi in un senso lo si deve essere anche nell’altro: no cartelli, no multe! Per non parlare dell’unico elemento che in qualche modo ‘avvertiva’ della presenza del vicino autovelox: irregolare come distanza, come colorazione (se si è in un centro abitato deve essere bianco), come indicazioni scritte (la mancata rilevazione immediata, l’ente preposto al controllo, il certificato di idoneità); per carità, tutti, in qualche modo, cavilli, ma non sono forse cavilli all’ennesima potenza i rilevamenti di 1 km/h?”.

Perchè dice “fino all’inizio di febbraio 2010?

 “Mi riferisco a un comportamento infantile da parte del Comune di Fiumicino. Il 3 febbraio 2010 Rai3 ha dedicato un’intera trasmissione di Buongiorno Regione allo scandalo-Torrimpietra. Il Comune, venuto a conoscenza qualche giorno prima, consapevole che la trasmissione stessa lo avrebbe sbugiardato di fronte a centinaia di migliaia di spettatori, ha provveduto, nottetempo, a rivoluzionare la segnaletica verticale, in particolare ha installato un fiammante ‘Torrimpietra’ al ponticello dei Tre Denari (provenienza Passoscuro) poco prima dell’autovelox. Riteniamo questo comportamento un’implicita ammissione di colpa, tesa a bonificare una precedente situazione palesemente irregolare. Peraltro nel corso dei giorni successivi la segnaletica è stata ulteriormente implementata e modificata a suggellare il fatto che forse prima le cose non erano propriamente regolari”.

Va bene, ma al di là dei rigidi regolamenti, non ritiene comunque giusto porre dei limiti in quel punto?

“Certamente si. Ma le regole devono essere tanto certe quanto credibili. Non intendo limitarmi a un fatto di forma, è di certo la sostanza che mi sta più a cuore. Prendiamo la nostra strada: si tratta dell’Aurelia, 4 corsie, due carreggiate, in un tratto rettilineo, con varie piazzole laterali, dotata di impianti semaforici per permetterne l’attraversamento da parte dei pedoni (che, per il resto, non si mettono di certo a passeggiare lungo i bordi), non esiste alcuna motivazione per un limite così basso. E se anche accettassimo l’idea, non avrebbe comunque senso il decreto prefettizio che permette di non rendere obbligatoriamente immediata la contestazione, venendo meno i presupposti per permettere questa eccezione. Ma se anche prendessimo per buono tutto ciò, ebbene, credetemi: fino a che il caso non è esploso mediaticamente in tutta la sua squallida dimensione, la taratura del sistema ha fatto si che, di fatto, venissero sanzionate anche automobili transitate intorno ai 40 km/h!”.

E ci sono delle prove per questo?

“La prova è di due tipi, testimoniale e statistico: non potrebbe essere altrimenti, perché, da quando è emerso il caso, il Comune di Fiumicino ha sanato la situazione in quattro e quattr’otto. Ebbene, per testimonianza diretta posso dire che la velocità è stata in molti casi assai prossima ai 40 km/h (per esempio nel mio caso specifico): so di chiedervi un grande atto di fiducia, ma se osservaste la fisionomia dei multati e le caratteristiche delle loro automobili, nonché la ‘fedina penale stradale’ degli stessi, vi accorgereste che la mia affermazione non è poi così campata in aria. Fermo restando poi che per chi possiede un tachimetro analogico, come il sottoscritto, è assolutamente impossibile discriminare financo 5-10 km/h, a meno di non perdere di vista l’attenzione stradale! La prova statistica si basa sulla constatazione che la stragrande maggioranza delle multe si attesta tra i 50 e i 60 km/h: ora, immaginiamo la gente che, per colpa o per dolo, proceda lungo la strada senza osservarne i limiti: è statisticamente assurdo che quasi tutti violino le regole per pochi km/h, se uno è distratto o vuole correre, va a 90, 100, non a 53! Invece questo studio vuol far capire che tutti si sono sforzati di andare intorno ai 45 km/h ma l’apparecchiatura, magicamente, ha sancito 55 o già di là”.

Su quel tratto di strada insistono contemporaneamente il controllo della velocità e quello del passaggio semaforico con il rosso, giusto?

“Giusto. Una vera assurdità fisica. Immagini la scena: mi approssimo al semaforo di Torrimpietra a 50 km/h, perfettamente in regola, piove, lo spazio di arresto è quantificabile in circa 50 metri, a un certo punto scatta l’arancione e io vengo preso dal panico: se accelero per disimpegnare l’incrocio, come richiestomi dal codice, supero i 50 km/h e vengo sanzionato, ma se freno senza più avere a disposizione i 50 m. circa per l’arresto completo, mi fermo oltre la linea semaforica e vengo comunque multato per passaggio con il rosso: e badate bene che non sta parlando di cose assurde, basta un arancione che duri meno di 3,6 secondi per determinare questo paradosso comportamentale, e prima che la situazione venisse in fretta e furia sanata (adesso l’arancione dura intorno ai 4,5 secondi), la durata non superava i 3 secondi, determinando di fatto in molti casi la matematica rilevazione di una delle due irregolarità: un cul de sac!”.
 

D’accordo. Però resta il fatto che prima la gente moriva e adesso no!

“Questa è una grande bugia della giunta-Canapini, e il bello è che sono loro stessi ad’autodenunciarsi! Lo studio sull’incidentalità delle zone controllate dagli autovelox, pubblicato dallo stesso Comune, evidenzia come si tratti di zone assolutamente prive di pericolo e inassogettabili a qualsiasi valutazione di carattere statistico, mentre l’esperienza successiva ha denotato come l’incidentalità sia di fatto aumentata a causa delle alternative poderali scelte dagli automobilisti e del sopraggiunto stato di stress nel passare per quelle forche caudine!”

Insomma, pare di capire che non riteniate minimamente valida la motivazione della prevenzione, arroccandovi sulla posizione del “fare cassa”.

“Certamente. Il tutto può essere avvalorato da altre considerazioni. Per esempio è anomalo l’appalto vinto con cifre spropositate da parte di una Società partecipata del Comune di Fiumicino. Inoltre il Comune si avvale di società esterne per la produzione dei verbali e la loro notifica, attivando una filiera incredibile di soggetti (ognuno dei quali deve essere necessariamente compensato) che non riescono a produrre neanche il beneficio della velocità della notifica. Se si volesse fare prevenzione, l’obiettivo primario e il maggior investimento dovrebbero consistere nella comunicazione più veloce possibile dell’infrazione all’interessato. E non sussistono neanche investimenti di base a carattere tecnologico: ci sono casi di multe’ clonate’ (stessa auto, luogo, giorno, ora, minuto, ma verbali diversi!), in violazione dei più elementari principi degli archivi elettronici, targhe inventate, etc. E di fronte alle rimostranze su questi eventi, Fiumicino (quando lo ha fatto!) ha risposto che si sarebbe dovuto comunque fare ricorso al Prefetto per far valere le spudoratamente evidenti ragioni”.

Ma è possibile che il Comune di Fiumicino non abbia mai voluto collaborare alla ricerca di un punto d’incontro?

“Sarò categorico: no! Fin dall’inizio della storia Fiumicino ha fatto muro contro ogni sorta di contestazione o collaborazione: telefoni cui non rispondeva nessuno, e-mail alle quali non è stata mai data alcuna risposta, Canapini impossibile da intervistare. A un certo punto abbiamo tentato di comunicare con dei video su YouTube, ma neanche così abbiamo fatto breccia. La cosa più vergognosa è stata quella di costringere gente anziana a fare file chilometriche al freddo e al gelo per richiedere una dilazione dei pagamenti, uccidendo i minimi diritti civili con la burocrazia e l’indifferenza: io stesso ho assistito a scene indegne di un paese civile, dove la maleducazione e talora la derisione la facevano da padroni in un luogo (la Pubblica Amministrazione) che dovrebbe farsi da garante nei confronti di cittadini che, fino a prova contraria, debbono essere considerati tutti assolutamente innocenti”.

Alla fine che cosa è stato fatto?

Molti cittadini si sono uniti in Associazioni, Comitati o quant’altro, oppure si sono rivolti ad Associazioni di consumatori, hanno costituito Gruppi Facebook o hanno inondato il web di proteste, considerazioni, documenti. In particolare io ho collaborato alla costituzione di Com.Pat.Tor. (il Comitato del Patto per Torrimpietra), un Comitato che, avvalendosi della collaborazione dello Studio Legale dell’Avvocato Michele Piccari, ha, come principale scopo, quello di far emergere dalle viscere dell’indifferenza questo scandalo tutto italiano, e non già perché il fatto di per sé rappresenti quanto di più grave ci capiti di avere davanti agli occhi, bensì per evitare di creare pericolosi precedenti che, con effetto domino, potrebbero moltiplicarsi nel numero e nella intensità”.

Essendo pragmatici, che ha fatto tale Comitato?

“Com.Pat.Tor., parallelamente e/o sinergicamente con altre ‘corporazioni’ o anche semplici ma volenterosi cittadini, ha affrontato la questione da un punto di vista penale ed amministrativo. Da un lato è stato prodotto un esposto alla Magistratura con il quale si richiede di fare accertamenti sul comportamento generale e particolare di tutta la Giunta di Fiumicino, dall’altro è stata fatta una richiesta di accesso agli atti amministrativi per controllare la regolarità delle procedure, p.es., d’appalto. A tale richiesta Fiumicino ha già scioccamente risposto picche, quindi sono in corso altri esposti per fare in modo che il Comune rispetti gli obblighi di trasparenza che la legge gli impone. Altre Associazioni, p.es. il Codici, sono già più avanti, hanno fatto ricorso al Tar, che ha sentenziato contro il Comune di Fiumicino. La faccenda è in pieno sviluppo, ma situazioni analoghe, come quella di Riparbella o Camini, lasciano spazio a un futuro, se pur cauto, ottimismo, affinché venga fatta una volta per tutte giustizia”.