“Ma perché tutto deve essere gestito dal pubblico?”

CIVITAVECCHIA – Città strana la nostra; abituata ad ogni tipo di emergenza(anzi una città in continua e perenne emergenza), acqua, trasporto pubblico locale, immondizia; nel momento in cui si presenta la possibilità di arrivare a prevenirne una, rischia una ulteriore paralisi.
La rottura di un tubo sotterraneo, o il blocco di un pistone, sono situazioni, difficilmente preventivabili; l’arrivo di un fronte gelido era previsto da mesi.
Come al solito, visto le elezioni alle porte ci si affida al nevica, governo ladro, o allo scarico di responsabilità completo a organismi superiori.
Ma è mai possibile che una nevicata preventivata, possa mettere in ginocchio una città, bloccare tutte le attività economiche e provocare danni a cose e persone?
Ribadisco quello che ho sempre detto: abbiamo classi dirigenti, capaci di gestire, bene o male il quotidiano; ma incapaci di programmare, prevenire, decidere.
A ciò si aggiunga un difetto tipico di questa città, e di una grande fetta della politica nostrana: la necessità che tutto, dico tutto rientri nella sfera del settore pubblico; che solo il pubblico possa intervenire in alcuni settori, pur non essendo capace né avendone le capacità o le possibilità, o i finanziamenti per farlo.
In una situazione vicina al default, tragica per le casse comunali, forse con tutte le cautele, si potrebbero liberare risorse economiche, attivando la collaborazione tra pubblico e privato, cosi come è stato fatto per lo stadio Fattori, senza che siano state elevate critiche, come successo in passato per il teatro Traiano: eppure cultura e sport sono assai vicine. Se un servizio costa più dello standard perché sovraccarico di clientele, mala amministrazione, assistenzialismo, i costi li paga la comunità.
Questo virtuoso rapporto con il privato (ovviamente ben selezionato) non scegliendo aziende con sede alle Cayman, permetterebbe di tagliare alcuni costi, recuperare somme, non bruciare risorse, da destinare invece alla soluzione definitiva di continue emergenze che, da decenni, stanno martoriando questa città.

Tullio Nunzi