Di nuovo alta tensione nel Pd, Giannini: “Leopardo deve dimettersi”

CIVITAVECCHIA – Torna a farsi incandescente il clima dentro il Partito democratico cittadino. Il mancato svolgimento della Festa de l’Unità, appuntamento storico saltato dopo diversi anni, ha riacceso i malumori della minoranza, che esplodono ora con l’approssimarsi del tesseramento, tanto che la parte di Area Orlando che fa riferimento a Stefano Giannini chiede senza mezzi termini le dimissioni del segretario Enrico Leopardo.
“Leopardo dovrebbe dimettersi ed avere la decenza di non arrivare a fine mandato, in quanto l’epilogo della festa dell’Unità è soltanto la punta dell’iceberg – si legge in una nota inviata da Giannini – Invece, coadiuvato da quasi tutte le anime del Partito (tranne i GD e la nostra minoranza ), cerca di farci fuori dalla gestione del prossimo congresso. Ciò che è accaduto nell’ultimo Direttivo del PD è grottesco. Come nulla fosse il nostro Segretario ci comunica l’apertura del tesseramento, anche se doveva farlo prima del 17 luglio (giorno in cui è stato ufficialmente aperto), e che non riuscirà a fare né la festa dell’unità né la conferenza programmatica, come invece ripeteva da mesi per coprire l’ormai assoluta inefficienza di questo partito, fatti salvo qualche articolo di giornale, un paio di scampagnate tra i rifiuti di Civitavecchia riprese dai cellulari e le dichiarazioni ai media del gruppo consiliare. Dopo queste comunicazioni fa votare l’istituzione della Commissione Tesseramento, la commissione che gestirà e controllerà la regolarità del tesseramento per il congresso. La commissione sarà composta da 5 persone: 4 della maggioranza ed 1 solo membro della minoranza, inoltre escludendo totalmente i Giovani Democratici che invece dovrebbero stare di diritto all’interno degli organismi del Partito”.
“Un atteggiamento a dir poco anti democratico – va avanti la nota – a fronte in un contesto che sino ad oggi ha presentato molte ombre. Basti pensare alla sparizione del materiale congressuale dopo l’ultimo congresso, ovvero le liste degli iscritti che si sono presentati al voto. Uno dei tanti motivi per cui esigiamo una maggior presenza della minoranza all’interno della Commissione e, come sempre è stato in questi anni, la presenza dei Giovani Democratici che, senza alcuna motivazione, sono stati esclusi. Ormai è evidente come si muova la vecchia guardia, cercando di silenziare ogni voce che cerchi di spezzare la conservazione delle posizioni, disinteressandosi se ciò condurrà all’ennesima sconfitta con proposte e persone che ormai si ripetono da 30 anni. Noi non intendiamo arrenderci all’estinzione”.
Non meno pungente l’intervento dei Giovani Democratici. “La vecchia guardia del Pd non sa più cosa inventare per arroccarsi su posizioni di difesa del fortino – esordiscono – Chi è uscito dal vecchio congresso deciderà per il prossimo. E le nuove leve, giovani o meno che siano, chi le tutela con questa mera suddivisione di correnti che, oltretutto, nei fatti non esistono più? In tutto ciò, i Giovani Democratici sono stati esclusi dalla commissione tesseramento della quale hanno sempre fatto parte e fanno parte a tutti i livelli, dai circoli al nazionale. La quota dei Giovani Democratici dovrebbe essere data ai Gd che autonomamente potranno scegliere il proprio rappresentante. Trucchetti dei vecchi volponi volti all’utilizzo di qualche giovane più ingenuo saranno eventualmente stigmatizzati. La componente dei Gd esula dalle componenti della vecchia nomenclatura e non si uniformerà a queste. Per l’ennesima volta si sta negando un diritto ad un gruppo di giovani che senza interessi personali avrebbero voglia di impegnarsi nel proprio partito di riferimento”. “Invitiamo nuovamente il segretario e la direzione innanzitutto a rispettare le regole e ad aprirsi alla città – concludono – Rimanere chiusi gli farà mantenere il controllo del partito ma gli farà perdere di vista sempre di più il mondo reale”.