SANTA MARINELLA – Appassionato e da esperto l’intervento di Enei, anche se alquanto abusato nelle motivazioni.
Equilibrata l’esposizione del Sindaco che ha tenuto a precisare in modo chiaro che è da escludere una gestione diretta da parte del Comune.
No comment la gioia della professoressa che con 25 miliardi la sua scolaresca possa scorazzare per il museo, mentre il 30% dei bimbi è privo della scuola materna.
Stupenda la cara Elisabetta nel difendere la sacralità del Castello. Sembrava una Valchiria, una Vichinga, una delle Erinne nel sostenere i suoi ideali. Mi chiedo, però, perché tale furore sacro non lo ha esternato prima, quando i mercanti si sono appropriati del sacro tempio allo scopo di trasformarlo in un volgare albergo consumando 25 miliardi di lire per un’opera che non è stata mai del Comune?
In verità è sempre stato noto che il Castello era o sarebbe diventato proprietà del Servizio Sanitario Nazionale, infatti, questo è chiaramente indicato negli artt. 65 e 66 della legge 833/1978 che sancisce la istituzione di tale servizio. Mi chiedo, quindi, come mai i nostri amministratori che hanno operato per ottenere tale cospicuo investimento non si sono posti a tempo debito il problema, ma, ottenute le prime elargizioni si sono arroccati nel Castello escludendo ogni contatto con i locali cittadini o loro rappresentati. Anche chi in nome del Comune ha firmato le restanti elargizioni per svariati miliardi, nulla ha saputo riferire sull’andamento dell’opera come se la comunità fosse estranea al problema. Adesso, finiti i soldi, gli artefici di tanto investimento invece di partecipare alla gioiosa manifestazione per l’opera ultimata ed illustrarne lo scopo, brillano per la loro assenza come se avessero perso ogni interesse e lasciano i gonzi a litigare.
Particolarmente attivi in questa tardiva diatriba sono i più puri e duri fra i nostri concittadini, quelli la cui fede incrollabile è al disopra di ogni avversità. Questi emeriti cittadini si stanno stracciando le vesti per salvare almeno le radici di un albero di cui altri hanno già raccolto i frutti. Purtroppo, però, come accade a tutti i seguaci di una pura fede, in assenza del messia, continuano a rimuginare principi triti e superati non accorgendosi che la realtà è cambiata.
Quello che desta meraviglia è il comportamento della Presidentessa Polverini, che quando ho avuto modo di ascoltare e mi è sembrata persona molto energica e con le idee chiare sulla destinazione dell’opera, tanto che nell’incontro la pregai di darmi una mano a rimuovere quel container fognario realizzato recentemente proprio davanti l’ingresso del Castello. In tale incontro esternò una ferma decisione a confermare quando già stabilito dalla legge e capitalizzare il Castello per risanare l’enorme voragine della Sanità. Una possibile motivazione a non vendere potrebbe essere che il valore di mercato del manufatto sia inferiore ai 14 milioni di euro spesi per restaurarlo ed allora lasciamo che i benpensanti si richiamino alle radici e lasciamo che tutto rimanga come sta, sperando che nessuno lo riferisca alla Merkel.
Tralasciando ogni richiamo nostalgico, allo stato delle cose, sarebbe auspicabile che riuscissimo almeno a ricavare gli oneri finanziari di quanto speso e concordo con il Sindaco che solo una gestione privata è in grado di farlo, purché non siano gli amici degli amici o non si finisca in causa.
Aurelio Naso