CIVITAVECCHIA – Diciamo con un delicato eufemismo,che i rapporti tra politica, partiti e gente, non è che siano idilliaci.
Si sono interrotte le comunicazioni tra società e politica, molto spesso il ceto politico si rivela separato,un mondo a parte, e non avverte quello spirito critico che ribolle tra le persone, nel popolo.
In molti casi, si è cercato di uscire dalla crisi, senza affrontare i nodi politici che l’hanno provocata; in molti altri si cerca di superare le contraddizioni,mascherarle grazie a qualche “cavaliere bianco”.
Molto spesso nella gente, in particolare di sinistra persiste uno sconforto collettivo, una carenza di partecipazione .
Diciamoci la verità ci sarebbe bisogno di mettere nel circuito spezzato tra cittadini e classe politica, credibilità, grandi novità ed una grande grandissima dote di fantasia, assai carente e mancata nelle ultime elezioni.
Sono pertanto rimasto meravigliato che il centrosinistra cittadino abbia sancito la nascita di tre commissioni, per la stesura del programma, definizione codice etico e svolgimento primarie.
Ovvio che i documenti saranno poi discussi,approvati da comitati centrali, direttivi ed assemblee, nel modo più democratico possibile.
Però in tutta sincerità questo modo di procedere, fa parte di una liturgia un po’ vecchia, di una procedura un po’ banale ed arcaica; per vincere c’è bisogno di un programma politico che sappia conquistare cuore e cervello, bisogna convincere il popolo dei delusi, di chi si è allontanato dalla politica. Non metto in dubbio le capacità delle persone che dovranno stilare il programma, ma forse si sarebbe potuto attuare un sistema bottom down, partire dalle persone, dalle forze sociali, dalla rete, dal web, dimostrando così di non fare propria una liturgia politica ormai passata, ma di essere una avanguardia nel capire il futuro; futuro che entra in noi molto prima che accada.
Molto spesso intorno ad una scrivania, tutti dicono la stessa cosa, tutti si danno ragione e tutti si convincono che vinceranno la loro battaglia. Per poi citare Brecht: “se il popolo non approva la linea del partito, bisogna chiedere le dimissioni del popolo”.
Tullio Nunzi