“Una Finanziaria che taglia milioni ai patronati, a rischio 5.000 posti di lavoro”

CERVETERI – A nome mio, dell’Ente di Assistenza Sociale che rappresento localmente e di altri numerosi colleghiche operano con professionalità e passione a nord di Roma prestando servizio anche per altre sigle nazionali come operatori di patronato, voglio portare all’attenzione pubblica il taglio previsto dalla nuova finanziaria 2015 (DEF) che praticamente getterà le basi per la chiusura e la perdita di 5000 e forse più posti di lavoro in tutta Italia, avendo ripercussioni inevitabilmente anche nel nostro territorio.
Quantomeno strana è l’idea di socialità che ha questo governo! Tale ipotesi getterebbe infatti le basi per una sostanziale privatizzazione dell’assistenza che hanno sempre svolto gratuitamente i patronati nei confronti degli enti previdenziali, ed in particolar modo con l’Inps, che ormai di fatto sta progressivamente chiudendo le porte ai cittadini di questo paese.
Non voglio pensare ad un paese dove a cominciare da domani, a perdere potrebbero essere i più deboli, o un paese dove un pensionato o un lavoratore, un disabile o un disoccupato, per svolgere una qualsiasi pratica previdenziale e non, debba rivolgersi a pagamento ad un commercialista, un avvocato o addirittura ad un faccendiere senza scrupoli, non voglio che un disabile debba spostarsi a Roma per la semplice compilazione di un modulo Inps. Negli ultimi 70 anni i patronati del nostro territorio hanno svolto un ruolo sociale molto più importante di quanto possa sembrare: hanno fatto da cuscinetto a migliaia di bug burocratici e contraddizioni nelle pubbliche amministrazioni e negli enti previdenziali.
Non so immaginare un pensionato da Cerveteri a Ladispoli, da Manziana a Civitavecchia senza il suo operatore di patronato di fiducia. Nel DEF del Governo Renzi che ci si appresta ad approvare, sono contenuti elementi che riguardano il taglio di circa 150 mln di euro complessivi al fondo patronati (finanziato dai lavoratori dipendenti tramite una piccolissima parte dei contributi sociali trattenuti dal datore di lavoro e versati all’Inps) ed una azione diseducativa e disincentivante rispetto all’aumento delle tasse sulle rendite del TFR lasciato in azienda e a quello presso i fondi di previdenza complementare e fondi privati; il TFR in busta paga rompe chiaramente un patto generazionale nella trasformazione del welfare, compromettendo oltre 20 anni di comunicazione e sensibilizzazione
sull’importanza del famoso e discusso terzo pilastro previdenziale. L’azione messa in atto ai danni dei patronati si traduce con una privatizzazione del patrocinio a discapito dei cittadini ai quali fino ad oggi il servizio è stato erogato gratuitamente, aprendo la strada a percorsi pieni di insidie che non sappiamo dove porteranno ed ancora da collaudare. Noi non ci fermeremo e, finché sarà possibile, le porte dei nostri uffici disseminati fin nel più piccolo paese in tutto il territorio nazionale ed in particolar modo in quello a nord di Roma dove opero, resteranno aperte ai cittadini, avvieremo una campagna di sensibilizzazione sul territorio e raccoglieremo firme presso le nostre sedi per far comprendere meglio, in un momento dove le amministrazioni si chiudono al pubblico, che potranno sempre contare sui nostri servizi gratuiti, almeno finché sarà possibile.

Daniele Flore – Responsabile Ufficio Zonale Cerveteri Enas (Ente Nazionale di Assistenza Sociale)