“Un atto rivoluzionario, restituire dignità alla memoria”

CIVITAVECCHIA – Egregio signor Sindaco,
immagino Lei sia a conoscenza che, nel maggio e nell’agosto del 1943, Civitavecchia fu distrutta da due terribili bombardamenti che provocarono centinaia di morti, cancellando interi nuclei familiari e distruggendo quella che era una splendida città. Così come, immagino, Lei sia a conoscenza che i nomi di quegli sfortunati nostri concittadini sono impressi in una lapide posta a loro memoria, nel pieno centro della città: un atto di riguardo dovuto. Una lastra di marmo bianca, depositata alle spalle della Cattedrale, che porta scolpiti i nomi di tanti civitavecchiesi e, con essi, il dolore di una città annientata, che ancora oggi fatica a ritrovare la propria reale fisionomia. Una grande lastra di marmo bianca…. coperta da scomposti rami mai potati, dalle sterpaglie di aiuole mai pulite, immondizia di ogni genere, i nomi imbrattati da qualche ignara mano, magari potenziale erede di quei morti innocenti … e circondata da un parcheggio privato chiuso con tanto di lucchetto! Signor Sindaco, rinnovo a Lei quanto già inutilmente e ripetutamente segnalato ai suoi predecessori, con i quali, francamente, risulta difficile individuare linee di discontinuità. Una città che non ha rispetto della propria memoria è una città la cui storia viene interrotta e destinata a non avere un futuro. Civitavecchia sta vivendo una delle più profonde crisi occupazionali che la nostra storia ricordi, non casuale, ma prodotta da scelte che, nel tempo, hanno condotto alla progressiva compromissione di ogni possibile prospettiva di un territorio ricco di naturali vocazioni. Il tutto reso più grave da una incapacità, a tutt’oggi, di reazione ad una ottusa e perfida spirale che ci ha trasformato in un popolo asservito all’arroganza della grande speculazione: dall’invasione inquinante delle centrali a quella di un porto che, progressivamente, ha abdicato al proprio ruolo di motore dello sviluppo della città. Mortificando e cancellando ogni spazio di proposta e libera iniziativa che è sempre stato felice caratteristica di Civitavecchia, quello che ha aiutato le generazioni che ci hanno preceduto a risollevarsi proprio dai lutti e dalla distruzione della guerra. Ora siamo chiamati a combattere i conflitti dell’oggi: quelli del LAVORO e dei diritti negati. Il positivo impulso e la necessaria forza, possiamo ritrovarli proprio ripartendo dai valori su cui una comunità devastata ha saputo rifondare la propria esistenza, primi tra tutti la solidarietà ed il rispetto. Un rispetto negato a quei quasi cinquecento nomi di civitavecchiesi, ormai sempre più difficili da leggere ed intravedere, nascosti dietro un arido e scomposto parcheggio. Si distingua dai suoi predecessori, signor Sindaco, faccia questo atto “rivoluzionario”, liberi la lapide intitolata “Alle vittime dell’immane tragedia” dall’incuria e dal parcheggio che la oscura, restituisca alla città da Lei amministrata, il ricordo e la capacità di avere rispetto della propria memoria. Quella vera.

Lucia Bartolini – civitavecchiese