CIVITAVECCHIA – In vista delle prossime amministrative, si moltiplicano i candidati a sindaco ma scarseggiano programmi e proposte.
Nel frattempo le tasse continuano a salire mentre i redditi tragicamente scendono; in un momento così difficile per Civitavecchia – stretta da una crescente crisi economica e sociale -è urgente un cambiamento di rotta per la sopravvivenza delle aziende del terziario e dei servizi.
In una situazione di emergenza serve una svolta di natura culturale, per individuare misure che possano contribuire a una ripresa ancora vaga in altre zone, e assai lontana nella nostra città.
Vanno bene tavoli e incontri, ma nell’elenco delle priorità delle forze politiche e sindacali sono scarsamente presenti temi quali turismo e commercio, e se si vanno a vedere programmi elettorali passati, molto spesso gran parte delle promesse non sono state realizzate.
Nella speranza che nei vari patti o accordi per superare l’attuale emergenza si possa anche finalmente discutere di questi temi tra imprese sindacati e futura amministrazione, alcuni punti andrebbero chiariti.
Prima di tutto occorre dare un senso a quella vocazione turistica che in tanti interventi viene evocata, ma mai concretizzata, dando in primis voce alle varie aziende del settore che continuano da sole a sostenere il peso della crisi a fronte di scelte poco attente e in taluni casi non coerenti.
Bisogna avviare un progetto che dia una rappresentazione complessiva del nostro territorio, che ha tutte le possibilità e tutte la capacità di uno sviluppo turistico: dall’agroalimentare, al naturalistico, all’archeologico, in una logica che tenga conto anche di infrastrutture e comunicazione.
Se per andare a Roma l’unica scelta sono treni regionali ai limiti dell’intollerabile, se un trasporto pubblico locale è vicino allo sfascio, se non esistono raccordi diretti con l’aeroporto di Fiumicino, se una stazione che vede sfilare e transitare milioni di persone è in una situazione di vergogna da anni, significa che il settore turismo non viene sentito come settore strategico.
Esiste una mancanza di progettualità e nei vari patti e tavoli non è presente il problema del terziario, nonostante sia il primo settore a Civitavecchia per occupazione e produzione di PIL.
Utilizzo di Fondi strutturali, creazione di distretti turistici, già presenti in varie parti d’Italia, valorizzazione del territorio in chiave turistica: questi gli elementi che dovrebbero fare parte di un programma serio. No a nuove tasse per salvare carrozzoni ormai irrecuperabili, né liti o accuse tra istituzioni, perché da questa situazione di dissesto e dal difficile momento si esce solo con un patto d’emergenza tra imprese, sindacati e istituzioni, nessuno escluso.
Tullio Nunzi