CIVITAVECCHIA – Spero che da parte della politica nostrana si dia attenzione ad alcuni dati di Confcommercio,relativi alle condizioni del credito riservato alle micro, piccole e medie imprese.
Condizioni difficilissime, se tra il giugno del 2011 e il settembre del 2014 il credito bancario a imprese e famiglie è sceso del 6,6% complessivamente; se per le famiglie però si tratta di un- 1.1% per le imprese la diminuzione raggiunge l’8,3%.
Ovvio che da parte delle banche si affermerà come siano salite le sofferenze,ma si tratta di una frazione fisiologica, un costo compreso nel margine della intermediazione.
Se a ciò si aggiunge che i tassi pagati da una pmi italiana sono più che doppi sono più che doppi, ad esempio rispetto a quelli francesi,la situazione diventa particolarmente grave.
Meraviglia che per l’imposta di soggiorno proposta dal commissario prefettizio, tutti si siano affrettati a dire (sbagliando)come fosse presente in diversi paesi europei,ma nessuno,tra partiti e sindacati evidenzia una situazione del genere.
Non solo, ma sempre restando nel nostro paese una pmi paga mediamente tra il triplo e il quadruplo rispetto ad una media e grande impresa.
In pratica solo il 4,8% di % di aziende ha avuto un completo finanziamento, sintomo di un credit crunch troppo spesso negato o sminuito dal sistema bancario.
La situazione del commercio a Civitavecchia è tragica; è sufficiente vedere il numero di negozi chiusi nel centro della città; in un momento di crisi è determinante il sistema dei finanziamenti;ma alle banche è necessario un salto di qualità imprenditoriale e creditizio; le banche in pratica non devono guardare soltanto ai numeri dei bilanci, ma aiutare sul territorio imprese e famiglie, perché solo così si può creare sviluppo.
Capisco il potere del sistema bancario, la sua capacità finanziaria e mediatica, ma credo che sia necessario un intervento della politica e delle forze sociali, su un problema che è vitale per il sistema imprenditoriale locale.
Tullio Nunzi