CIVITAVECCHIA – Spett.le Redazione,
si legge di “attriti” (chiamiamoli così!) fra il nostro Sindaco ed un Comitato di Quartiere e contestualmente di una sorta di “canale diretto” e semiufficiale fra lo stesso Sindaco ed un altro Comitato di zona adiacente.
Non conosco le faccende nei dettagli, ma penso di non sbagliare se sento aria di continuità di certi “vizietti” di collaudata politica del “divide et impera” attraverso subdole (ma non tanto!) istigazioni a “guerre fra i poveri”.
Posso offrire una riflessione? Da prima delle Circoscrizioni, che sostanzialmente li svuotarono di civica dignità, credo tutt’ora vigente nel nostro Regolamento Comunale un comma che recitava (cito a memoria ): “il Comune promuove la costituzione di Comitati di Quartiere come organi consultivi….” che, nelle intenzioni della norma, sarebbero dovuti essere di raccordo immediato fra i cittadini e l’Amministrazione. Primo promotore in questa città ne fu – rendiamogliene atto – proprio l’attuale Sindaco nel lontano suo primo mandato.
Liberi oggi da quelle (come si son dimostrate) interposte zavorre istituzionali, non c’è occasione migliore per i cittadini per (ri)appropriarsi senza intermediari e più incisivamente (sulla scia dei compianti “Consigli elettivi di Quartiere”) del rapporto diretto col Municipio, attraverso, appunto, Comitati spontanei, liberamente costituiti, indipendenti da collateralismi, “simpatie” varie, per non dire di più o meno celati “telecomandi”, ma esclusivamente rappresentativi, portavoci e portatori “dal basso” di contributi per i pubblici interessi.
Mi pare ovvio (ma non superfluo!) aggiungere che rivalità, primazie o indulgenze ad “amorevoli sensi” col “Palazzo” (di cui poi fatalmente si sarà costretti a condividere le sorti) non portano da nessuna parte, anzi, al contrario. La sola forza che può aiutare a successi per le diverse e giuste rivendicazioni localiste sta nella libertà di pensiero e di parola, senza sconti per nessuno, con tanta e tenace volontà di “fare” e memori costanti che la politica si muove da sempre nella cinica logica dell’”usa e getta”. Ma tenersi liberi significa anche sacrifici per la causa; …quanti sono disposti ?!
Gennaro Goglia