“Quanti delusi per la vicenda loculi”

CimiteroCIVITAVECCHIA – Caro signor Manunta,
ieri, nell’apprendere la notizia che aspettavo senza alcun timore, relativa alla vicenda dell’ampliamento del nuovo cimitero, ho pensato a Lei (ed altri), alla delusione e alla amarezza che vi avrebbe avvolto di lì a poco,  una volta che la notizia fosse diventata pubblica.
Ho pensato anche che sarebbe stato meglio, molto meglio se avessi potuto scriverLe questa lettera qualche settimana fa: sarebbe stata una legittima risposta ed un confronto tra due semplici cittadini e non tra due candidati schierati in parti avverse. Ma tant’è.
Io non la conosco, signor Manunta, forse ci siamo incontrati ed abbiamo scambiato qualche frase quando Lei frequentava, magari “di sguincio”, la sede del Partito Democratico, e non capivo dunque i motivi di tanto astio, di velenose insinuazioni che hanno sfiorato, nei numerosi interventi , la diffamazione.
Hanno fatto il paio, per giorni, con gli attacchi di avversari politici su un fatto che si è dimostrato insussistente.
La Corte dei Conti non ha nemmeno iniziato il procedimento di rinvio a giudizio poiché non ha trovato nell’esame del nostro operato nulla, ma proprio nulla che fosse meritevole di censura e dunque ciò che noi abbiamo fatto risulta corretto sotto il profilo amministrativo e contabile. Abbiamo fatto, e bene il nostro dovere.
Le scrivo, signor Manunta perché il doveroso silenzio al quale mi sono attenuto e che mi è costato fatica, ora non è più opportuno, anzi sarebbe come dire che una qualche colpa potrebbe esserci stata.
E’ invece giusto che chi è stato messo alla gogna ingiustamente reagisca, con eleganza però e senza trasformarsi in un novello Caronte, che come saprà il Sommo ha messo a capo di una barchetta dal percorso certo previo pagamento dell’obolo, con l’eleganza Le dicevo, di chi ha da tempo acquisito il valore della democrazia come strumento di contrasto meglio di confronto pulito, non ipocrita, sereno insomma.
Un luogo dove chiunque è libero di esprimere opinioni proprie o di altri senza rischiare l’insulto, la calunnia, la diffamazione.
Una Sua speranza, signor Manunta si è liquefatta (liquesa direbbe il Toto di Proietti) sotto “ l’asciuttamano”; niente, non c’è niente. Però Lei deve avere una nuova opportunità: deve poter dimostrare che la Sua “voglia matta” aveva un perchè , solide basi giuridiche, politiche, amministrative, deve avere un luogo dove poter dimostrare che la Sua (e di altri) speranza tradita, annullata, spirata aveva ragion d’essere, oppure potrà chiedere scusa, semplicemente.
Il luogo c’è, è quello dove si esercita la democrazia limpida e senza trucchi: la piazza, e le propongo Piazza Fratti, il 18 di aprile alle ore 18. Ci saranno due sedie io e Lei un microfono. Regaleremo uno scampolo di verità e di democrazia serena in un periodo in cui prevalgono insulti e veleni. Andrà bene anche un’altra piazza, un altro giorno un’altra ora: decida Lei.
Lei accetta non è vero, signor Manunta?

Pino Cascianelli