“Qualche volta la storia si ripete”

CIVITAVECCHIA – Spett/le Redazione,
“c’è qualcosa di nuovo oggi nell’aria, anzi d’antico….” ( qualche purista mi perdoni la piccola licenza lessicale) .
Non è comunque a caso che questo celebre incipit di Pascoli mi si sia evocato in tutt’altra (e magari impropria) chiave di lettura a fronte degli inquietanti accaduti in questi giorni in Parlamento, ove una certa storia pare replicarsi in uno dei suoi aspetti più bèceri….tanto per cominciare !
Era il 1921, infatti, quando furono eletti alla Camera i primi 35 deputati mussoliniani nelle liste dei “blocchi nazionali” di Giolitti ( il Partito Nazionale Fascista non esisteva ancora come tale ) e non persero tempo a tumultuare in un crescendo di prevaricazioni e gazzarre che esitarono di lì a poco nella “marcia su Roma” coronata da quel tristemente celebre intervento ( 16 Novembre ’22 )del loro leader appena nominato Capo del Governo : “ di quest’aula sorda e grigia potevo farne bivacchi per i miei manipoli”… con tutto quel che ne seguì, anche allora col forte appoggio di un miope “popolo anticasta” che nella violenza verbale, mediatica o rozzamente trasmodante vedeva, come oggi, l’unica, possibile via per un futuro peraltro indistinto e privo di concretezze ideali e propositive !…A quelle ci avrebbe
pensato poi il “Capo”, e sappiamo come allora e come potremmo figurarcelo ora!
Vorrei concludere, dunque, e mi permetto anche ad uso dei tanti grandi e piccoli tribuni che di una sguaiata dialettica interventistica hanno fatto un loro insopprimibile stile (non avendo, forse, dimestichezza con altri!), se non sia saggio per tutti fermarsi e riflettervi. Magari sullo spunto d’un pensiero di un grande e positivo rivoluzionario, che una storica ed universale rivoluzione – lui sì – l’ha fatta, ma preferendo sempre alla forza delle corde vocali quella dell’insonoro cervello: “la disciplina non annulla la personalità, ma solo limita l’arbitrio e la impulsività irresponsabile, per non parlare della fatua vanità di emergere. La disciplina è un elemento necessario di ordine democratico e di libertà”. Antonio Gramsci: “Quaderni dal carcere”, n°14 – p. 48”.
Fortunatamente il treno della nostra democrazia non è ancora deragliato, ma un primo scambio insidioso ci attende a Maggio : alle elezioni Europee ed Amministrative (e mi auguro di no) fors’anche alle concomitanti Politiche; starà a noi, in quelle urne, scegliere il binario giusto pensando bene ove apporre la“crocetta”.

Gennaro Goglia