“Possiamo entrare?”

CIVITAVECCHIA – Lettera in Redazione della Sig.ra Gioia Re.

“Da quando il virus ha ridotto la sua potenza di fuoco, la cronaca affamata di notizie fresche ha voltato pagina.
La riunione degli Stati Generali è diventata storia, quello che gli Organizzatori, Conte e soci in primis volevano.
Il falò delle vanità, ha partorito promesse, progetti, frutto di menti raffinate, esperte in organizzazione, pianificazione.
“Occorre, occorre, occorre, dobbiamo, dobbiamo, dobbiamo, (palla lanciata da Colao a Conte e viceversa)
Gli effetti della ripresa sono sotto gli occhi di tutti: confusione, eccesso di regole (concepite senza ratio), pessimi risultati. L’evento più clamoroso, i migliaia di tifosi scesi in piazza per festeggiare la vittoria di Coppa del Napoli.
Movida, happy hours, qualche cena al ristorante con amici, normale risposte del fine settimana.
Turismo in ritirata, Bellaria nota località balneare romagnola, lancia una proposta choc (camera in affitto a 9 euro) ogni considerazione è superflua.
Bonus vacanze famiglia di 500 euro ancora avvolto da nere nubi.
Che dire dell’acquisto di massa, di biciclette e monopattini.
Il successo degli ultimi ‘nuovi velocisti su strada, al grido di occhio, occhio’ sarà decretato dal numero di ingressi nei reparti di ortopedia.
Fronte immigrazione, tutto tace!
Città sotto assedio, residenti inviperiti, periferie invase da spacciatori, costrette al coprifuoco quando diventa buio.
Il grido di aiuto da nord a sud, non riceve risposte. E, come un serpente che si morde la coda, eccoci di nuovo a parlare di virus.
Da dove viene, dove più si concentra, quanto incide l’inquinamento, l’assenza di controlli di massa, altro che app. immune.
Migliaia di immigrati sbarcano senza documenti, passaporto sanitario, stipati nei barconi, privi di ogni forma di igiene, rinchiusi nei centri (sicuri focolai). Perchè si richiede a noi, cautela, responsabilità, e si lasciano liberi i nuovi intrusi che rifiutano regole, controlli, non vogliono domande, pretendono di essere liberi, scavalcando muri, invadendo le nostre belle città.
Non siamo razzisti, il flusso migratorio senza regolamentazione è una bomba pronta ad esplodere in qualunque minuto.
Poi ci sono loro, gli ultimi, gli anziani sopravvissuti allo tsunami del virus. I danni li portano addosso, dimagriti, pallidi, confusi. Chiedono poco, perché poco gli resta, e ancora c’è chi continua a perseguitarli, impedendogli mentre tutti sono fuori, di sentire la voce dei propri cari dal vivo!
Stamani andando a trovare mio padre ancora dietro il vetro (visite contingentate di 10 minuti), scendendo dalla macchina e percorrendo l’ampio giardino della RSA Bellosguardo, salutata da alcune degenti in veranda, ho urlato: dove sono i prigionieri? “Davvero siamo prigionieri, hai ragione”.
Mi si è aperto il cuore insieme ai familiari chiediamo pubblicamente alla Direzione di lasciarci i nostri cari all’aperto per dividere con loro, l’aria d’aria.
Ricordo che nelle altre strutture le visite sono consentite, specie nelle residenze dotate di spazi verdi.
La TBC un tempo si curava nei climi Mediterranei e noi, che abbiamo questo dono non sappiamo apprezzarlo perché la burocrazia la grande ottusa del nostro paese ci impedisce di crescere!”.

Gioia Re