“Porto Pidocchio, è ora che i pescatori se ne vadano”

barcheLADISPOLI – Io penso che l’accorato appello dell’associazione Verde dovrebbe essere rivolto affinché i pescatori lascino Porto Pidocchio al più presto e ne permettano lo sfruttamento a chi  vorrebbe utilizzare lo spazio nel rispetto e pulizia che la cittadina meriterebbe.
Infatti a questi signori che non rispettano nessuna regola in mare e vi lasciano le reti giorno e notte anche a pochi metri dalla riva a rischio della sicurezza della navigazione, si applica bene il vecchio proverbio “chi è colpa del suo mal pianga se stesso”.
Infatti, molti anni fa il Comune, soldi di pantalone – cioè di coloro che le tasse le pagano contrariamente a quanto fanno i cosiddetti pescatori professionisti che si appoggiano a Porto Pidocchio e che vendono il pescato al pubblico senza un minimo di scontrino fiscale – gli ha messo a disposizione uno spazio delle strutture dignitosissime. Loro, cioè tutti quelli che in questi anni vi si sono appoggiati, non hanno speso una lira di manutenzione o impiegato un po’ di tempo per tenere lo spazio pulito. Sarebbe bastato vederli all’opera una sola volta quando il mare è mosso e debbono uscire con le reti per pensare che meritino un po’ di aiuto.
Credo che le Istituzioni, Capitaneria di Porto, Delegati ed Assessori vari, dovrebbero sollecitare questi pescatori ad un maggior rispetto del luogo piuttosto che accoglierne le continue lamentele o subirne i condizionamenti politici più o meno velati.
Basta andare al porto di Santa Marinella per constatare la differenza di comportamento e pulizia tra i pescatori di Ladispoli e quelli di quel Porto.
Che la pesca non dia guadagni stratosferici lo sanno tutti ma questo non dovrebbe impedire l’amore per il proprio mestiere e per i propri luoghi di lavoro.
Si chiedono sempre nuovi balzelli e sacrifici a pensionati, precari e lavoratori dipendenti per sostenere artigiani ed altri professionisti dei mestieri minori con sovvenzioni ed aiuti vari, penso che sia arrivato il momento che questi ultimi dimostrino di meritarsi gli aiuti anche con il rispetto delle strutture che faticosamente gli si mettono a disposizione.
Quando è troppo è troppo!

Lettera firmata