CIVITAVECCHIA – Alcuni ricorderanno la famosa teoria della “pallottola magica” che nel 1963 uccise l’allora presidente degli Stati Uniti, John Kennedy, in una incredibile traiettoria a zig zag, colpendo ed attraversando più volte il corpo del presidente e di chi gli sedeva accanto, per poi essere ritrovata praticamente intera e senza deformazioni.
A circa un lustro di distanza e con i maccheronici aggiustamenti all’italiana, il ministro Severino ed il ministro Cancellieri, ripropongono oggi la teoria del “candelotto magico”.
Il 14 novembre scorso, un lacrimogeno lanciato “a parabola” da terra, dopo aver volteggiato nell’aria, probabilmente nel tentativo di evitare qualche ignaro ed innocente volatile, avrebbe deviato il proprio percorso, dirigendosi verso uno dei più importanti palazzi istituzionali del paese, la sede del Ministero della Giustizia.
Altra ipotesi, stando ai fatti appurati dai due ministri, potrebbe essere quella di una presunta rivalità o antipatia tra il lanciatore di lacrimogeni e gli occupanti degli uffici di Via Arenula che, a quanto si capisce, hanno seriamente rischiato di essere falciati dal “candelotto magico”.
A meno che l’obiettivo non fosse la stessa finestra del Ministro!
Ipotesi che, per i due ministri, sembrano essere ben più credibili di quelle di un lancio diretto dall’alto verso la folla del corteo degli studenti!
Tutto questo, in un quadro di violenze dagli eccessi raccapriccianti, di cui è chiara testimonianza il manganello diretto a colpire in pieno volto il giovane già immobilizzato a terra da più rappresentanti delle forze dell’ordine.
Perché l’Italia bolliva, si affretta a giustificare il ministro Cancellieri.
No, ministro: l’Italia contestava, portava in piazza la propria legittima protesta contro una crisi che sta abbattendo ogni minima garanzia di futuro.
La chiara sensazione è che non si tratta di episodi isolati, ma di un vero e proprio tentativo di repressione della piazza, che richiama alla mente quel G8 di Genova, costato all’Italia il ludibrio internazionale: un G8 parcellizzato nella forma, ma puntuale laddove si manifestano i conflitti.
Con una differenza, non di poco conto rispetto a quel drammatico luglio del 2001: l’attuale compagine di governo si regge sulla fiducia anche delle forze del centrosinistra.
Quelle stesse forze che, con i loro più significativi rappresentanti, si presenteranno domenica prossima agli italiani per ottenere il consenso a proporsi quale governo di alternativa nel paese.
E allora, se non siamo ancora precipitati in uno stato di polizia di cilena memoria, i candidati alle primarie del centrosinistra prendano pubbliche distanze da quanto accaduto, chiedendo le dimissioni dei due ministri, Cancellieri e Severino, per manifesta incapacità nella gestione della situazione, prima, e nello svolgimento delle “indagini”, poi.
Non solo per dovere di giustizia, ma per evitare il ripetersi di simili accadimenti che, solo per una casualità, non hanno prodotto conseguenze estreme.
Un paese in cui sia garantita l’agibilità democratica, questa è la prima domanda a cui i cinque debbono dare risposta: perchè quello che sta accadendo non si consuma sul palco di X-Factor, ma nel paese reale.
Lucia Bartolini