CIVITAVECCHIA – Quanto avvenuto ieri in Porto a danno di duecento pastori sardi è gravissimo.
Per alcune ore sul nostro territorio abbiamo assistito agli effetti di una sospensione delle leggi fondamentali che regolano il nostro sistema democratico.
Sono da respingere fermamente sia le sciocche banalizzazioni ,sia le puerili giustificazioni.
La realtà è che dei cittadini sono stati privati di un fondamentale diritto sancito dalla costituzione e privati della propria libertà di muoversi a piacimento sul territorio del proprio paese.
Si dice che avrebbero partecipato ad una manifestazione non autorizzata!
Premesso che le ragioni di persone che vivono della loro attività andrebbero ascoltate e con il più grande rispetto e con il massimo di tolleranza; premesso che non si trattava di facinorosi tifosi di una squadra di calcio e, premesso anche che una eventuale manifestazione di duecento persone non avrebbe destabilizzato le nostre istituzioni democratiche; resta il fatto che quelle persone non hanno partecipato ad alcuna manifestazione e nessuno può dare per certo che vi avrebbero partecipato.
Può darsi che partiti dalla Sardegna, per dar vita ad una manifestazione contro il Governo, durante la traversata si siano ravveduti ed abbiano cambiato idea o più semplicemente abbiano deciso di far visita alla capitale e darsi allo shopping natalizio.
Si sarebbe trattato di altra questione se ai pastori ,nella città di Roma ed in veste di manifestanti, fosse stato notificato che non avevano le necessarie autorizzazioni.
La questione che dobbiamo porci è se sia legittimo sulla base di una interpretazione delle intenzioni privare i cittadini di loro prerogative e libertà.
Io penso che nel nostro Porto si sia violata la costituzione; che a dei cittadini siano stati imposti metodi da stato di polizia e che in quanto ad essere colpite sono state libertà fondamentali non vi può essere nessuno che sottovaluti la questione senza rendersene complice.
Condivido le iniziative di condanna che da più parti sono venute ed auspico che queste si moltiplichino.
Non amo vedere che nella mia città, le regole, le leggi, la costituzione e la democrazia vengano ignorate o peggio calpestate.
Esprimere la propria solidarietà a quei pastori sardi è il minimo che la città, attraverso le sue articolazioni democratiche, possa fare.
Piero Alessi